Ucciso durante la rissa: "A processo in 19"

Il pm ha chiesto il rinvio a giudizio per i maggiorenni arrestati a giugno: "Affascinati dalla violenza, incapaci di trattenere le pulsioni"

Dimitry Simone Stucchi

Dimitry Simone Stucchi

di Andrea Gianni

Ragazzi, evidenziava il gip di Milano Luca Milani nell’ordinanza di custodia cautelare, "incapaci di trattenere le rispettive pulsioni violente, pronti a sfogarle nel lancio di oggetti contro propri coetanei o nel colpirli con calci e pugni, affascinati dall’uso delle armi e dall’adrenalina del contatto fisico". Una violenza usata come strumento

"per salvaguardare i profitti ricavabili dal traffico di stupefacenti e la riscossione dei crediti a esso legati". Ora la Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per i 19 maggiorenni arrestati a metà giugno per la maxi rissa in un parco a Pessano con Bornago che, il 29 settembre dell’anno scorso, si era conclusa con l’omicidio a coltellate del 22enne Dimitry Simone Stucchi, dopo lo scontro tra due gruppi, preannunciato da "un susseguirsi di messaggi scambiati" per un debito di droga.

Il 15 giugno erano finiti in carcere anche il ragazzo, che all’epoca aveva 17 anni e 10 mesi e che avrebbe sferrato la coltellata mortale quella sera, e suo fratello di 15 anni, mentre per altri 3 minori erano state applicate altre misure cautelari. Per questi cinque il procedimento è di competenza del Tribunale per i minorenni. Intanto, il pm Antonio Cristillo, titolare dell’inchiesta condotta dai carabinieri, ha inoltrato la richiesta di processo per i 19 maggiorenni e il gup dovrà fissare la data dell’udienza preliminare. Tra gli imputati il 19enne Davide Colombi, amico della vittima e presunto capo della "banda di Vimercate" che si era contrapposta all’altra di Pessano. Lui e Youssef Mahmoud Elsayed, presunto leader dell’altro gruppo, come era emerso dall’ordinanza del gip Luca Milani, avrebbero chiamato a raccolta gli altri sollecitandoli a presentarsi la sera del 29 settembre nel parco, armati di bastoni, coltelli, mazze, pietre e bottiglie di vetro per affrontarsi in uno "scontro violento" nel quale è rimasto ucciso Stucchi. Il movente sarebbe stato l’acquisto di 100-150 grammi di hashish per un corrispettivo di 800 euro pagato con banconote false.

Le accuse vanno dal concorso in omicidio alla rissa aggravata, dalle lesioni alla detenzione di stupefacenti. Il gip Milani, oltre a sottolineare nel provvedimento "la facilità con la quale i membri di uno schieramento, così come quelli dell’altro, sono stati chiamati a raccolta dagli organizzatori della rissa e si sono messi a loro disposizione, pronti ad arrecare gravi danni fisici agli avversari", osservava come anche mesi dopo la morte di Dimitry Simone Stucchi, "non sembra che i protagonisti della rissa abbiano assunto consapevolezza della gravità delle loro azioni, tenuto conto che, ad alcune settimane di distanza dai fatti, molti di loro, intercettati, apparivano preoccupati delle conseguenze delle indagini a loro carico più che del danno procurato ai famigliari" del loro amico ucciso.

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