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Tutti gli altri guai. Dalla cassa Covid alla villa sul mare

Altri tre casi vedono coinvolta la politica di FdI

Nicolò Pelanda, difensore della ministra Daniela Santanchè

Nicolò Pelanda, difensore della ministra Daniela Santanchè

di Anna GiorgiMILANOOltre alla ministra del Turismo Daniela Santanchè vanno a processo altri 16 imputati tra cui il compagno, il nobile Dimitri Kunz, l’ex Canio Mazzaro, la sorella Fiorella Garnero e la nipote Silvia Garnero. La decisione della gup Anna Magelli arriva dopo due ore scarse di camera di consiglio sull’ipotesi di reato contestato dai pm Marina Gravina e Luigi Luzi, cioè falso nelle comunicazioni societarie.

La giudice ha accolto anche i tre pattaggiamenti richiesti, quello di Federico Celoria, ex consigliere di amministrazione che ha patteggiato due anni con la sospensione condizionale della pena, la società Visibilia Editore spa ha patteggiato 63mila euro e 15mila di confisca come risarcimento, la Visibilia Editrice srl 30mila di sanzione e 10mila di confisca.

Il processo inizierà il 20 marzo ed è il primo processo per la Ministra del governo Meloni, ma non è l’unico guaio perché su di lei pende una seconda richiesta di processo per l’ipotesi di "truffa aggravata i danni dell’Inps" per la cassa integrazione a zero ore che applicò ai dipendenti di Visibilia nel periodo del Covid.

L’udienza è congelata in attesa che la Cassazione risolva una preliminare questione di competenza territoriale (tra Milano e Roma) posta dalla difesa. La difesa cioè, vorrebbe che questo processo si celebrasse a Roma. Per il 29 gennaio è attesa, sul punto, la pronuncia della Cassazione. Santanchè, inoltre, è già indagata per l’ipotesi di concorso nella bancarotta della società del settore bio Ki Group srl attualmente in liquidazione giudiziale, la società della galassia del bio-food un tempo da lei guidata. Liquidazione giudiziale che, a dicembre, è scattata anche per Bioera, l’altra società del gruppo, anche in questo caso vengono contestati profili di bancarotta.

Ci sono poi altri due casi che sfiorano la parlamentare: quello relativo alla compravendita della villa di Forte dei Marmi venduta da Francesco Alberoni, un mese prima di morire a una prezzo fuori mercato, acquistata dal compagno della ministra, Dimitri Kunz e da Laura De Cicco, moglie del presidente del Senato Ignazio La Russa, che in meno di un’ora l’hanno rivenduta, ottenendo una pluvalenza di un milione di euro. Operazione segnalata come “sospetta“ e sulla quale la procura ha già aperto un fascicolo.

Infine il caso Negma, un fondo con base negli Emirati e alle British Virgin Islands. Sui finanziamenti dal fondo Negma la procura di Milano ha aperto un fascicolo contro ignoti per "aggiotaggio", al fine di accertare la liceità o meno dei contratti sottoscritti, tra gli altri, da Negma con Visibilia, Bioera, Ki Group.