Paderno Dugnano, 4 settembre 2024 – Da lunedì mattina via Anzio, dove sorge la villa in cui abitavano il 17enne, i genitori e il fratellino di 12 anni sembra una cartolina, immobile. Pochi i movimenti di persone in quell’area di Paderno Dugnano, alle porte di Milano. Qualche vicino che continua la propria vita, mentre i familiari del giovane non si vedono. Nella zona, vicino a un parcheggio, regna il silenzio e nella via davanti al cancello solo telecamere e giornalisti.
I nonni paterni del ragazzo, chiusi nel silenzio, hanno espresso la volontà di incontrare il nipote e poterci parlare. Forse per capire, forse per chiedere cosa gli sia successo, forse ancora increduli per quanto è accaduto. Un silenzio in cui si sono chiusi anche gli zii del 17enne, un silenzio perché probabilmente non c’è niente da dire, in una situazione così tragica.
Una serata di apparente serenità, quella di sabato sera in cui Fabio, il papà del ragazzo, era stato festeggiato: da lì a poche ore la famiglia sarebbe stata distrutta, tre esistenze spazzate via e la vita del figlio maggiore segnata per sempre. Il silenzio della via rimbomba in modo assordante. Qualche persona porta dei fiori davanti al cancello e le parole sono poche, nessuno ha voglia di esprimersi. Un’aria tesa, l’incredulità, la domanda su cosa sia passato per la testa a quel giovane ragazzo e l’abbia spinto ad una gesto così drammatico.
Poi ci sono le incombenze pratiche, che passano anche attraverso un atto dovuto, in casi tragici come questo. Le autorità giudiziarie hanno, infatti, nominato per lui un tutore legale, dato che ora è un minore senza genitori.