"Turni massacranti", sciopero alla Rsa

Protesta alla Golgi Redaelli: "Personale insufficiente, reparti appaltati a una coop esterna, taglio delle ore"

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di Barbara Calderola

"Turni massacranti e poco personale", oggi lo sciopero di infermieri, operatori e ausiliari socio-sanitari alla casa di riposo Golgi Redaelli a Vimodrone. "Tre reparti sono stati appaltati a una coop esterna, che ha applicato il taglio delle ore settimanali fissate a 29 e compensa con gli straordinari per arrivare alla classiche 39 mettendo in crisi dipendenti e assistenza - spiega Silvio Sanfilippo della Uil-Fnp -. Da qui la scelta di protestare". C’è anche lo Slai-Cobas.

Dalle 9 alle 13 i lavoratori parleranno "anche delle difficili condizioni professionali con cui devono misurarsi ogni giorno - aggiunge il sindacalista -. Abbiamo chiesto un confronto sia con la coop che con la proprietà, ma non siamo ancora riusciti ad aprire il tavolo. C’è da discutere anche di organizzazione interna e delle nuove figure che creano problemi". L’Rsa replica e parla di "appalto genuino". "Così lo definisce la legge - chiarisce il direttore generale Enzo Lucchini - cioè interamente gestito dalla società esterna. Noi non abbiamo più voce in capitolo sul servizio infermieristico, socio assistenziale e fisioterapico. Ma la commessa è in scadenza, a fine anno il rapporto con la cooperativa sarà concluso". La Golgi Redaelli assicura che sta adottando "tutti gli accorgimenti amministrativi per consentire la continuità dell’ottimo servizio che è sempre stato garantito agli ospiti". Un punto sul quale la Uil precisa: "Spesso in reparto sono presenti in quattro, va da sé che non possano fare i salti mortali". Oggi in città i degenti sono 350, "200 in Rsa e 150 in riabilitazione - precisa la direzione - ai quali si aggiungono 65 pazienti nei servizi diurni". In capo alle coop "ci sono 80 persone - ancora l’Rsa - più 343 dipendenti assunti a tempo indeterminato e 16 liberi professionisti".

Sono proprio gli 80 a essere scesi in piazza "contro una situazione quotidiana inaccettabile - ripete Sanfilippo -. E se a dicembre l’appalto scade dobbiamo fare in modo che il futuro sia diverso. Bisognerà tenere conto dei rilievi in arrivo dal personale". Sotto accusa per la Uil "c’è anche il modello stesso dell’esternalizzazione: infermieri, oss e asa dovrebbero essere alle dirette dipendenze dell’Istituto e non più di terzi, come succede da tempo".

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