Truffa fondi Ue, sequestrati oltre due milioni di euro ad azienda vitivinicola

Le somme sequestrate rappresentano le prime due tranche del finanziamento di oltre 5 milioni previsto dal bando. VeronaFiere: "Nessun sequestro e nessun dirigente o dipendente indagato"

Milano, 16 settembre 2022 - Il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano ha effettuato un sequestro per oltre 2 milioni di euro per una presunta frode ai danni dell'Unione Europea nell'ambito di un'inchiesta, coordinata dalla procura europea, che vede tra gli indagati anche due società: Veronafiere spa e l'Unione italiana vini società cooperativa, "azienda leader nel settore vitivinicolo". Il provvedimento di sequestro preventivo è stato firmato dal gip di Verona. La presunta truffa riguarda "la partecipazione ad un bando europeo" per la "promozione di prodotti agricoli, nel mercato interno e nei Paesi terzi".

L'indagine

La Guardia di finanza nell'indagine coordinata dalla Procura Europea, sede di Milano, ha eseguito un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca di oltre 2 milioni e 85mila euro a carico della cooperativa Unione Italiana Vini. Risulterebbero indagate anche tre persone: l'ad di Unione Italiana Vini, Paolo Castelletti, il direttore finanziario e un consulente della cooperativa. L'ipotesi è truffa aggravata "per il conseguimento di erogazioni pubbliche di matrice unionale". La presunta frode riguarda "l'ottenimento di un finanziamento diretto" di oltre 5 milioni di euro, di cui oltre 2 già erogati, "in due tranche una nel 2018 e una nel 2020 dall'Agenzia Esecutiva dell'Unione Europea per i consumatori, la salute, l'agricoltura e la sicurezza alimentare" e incassati "dalla cooperativa, in qualità di beneficiario-coordinatore del progetto". Ci sarebbero stati "illeciti accordi tra la cooperativa" ed "il soggetto esecutore del progetto europeo", ossia Veronafiere, volti a consentire alla prima "di vedersi riconosciuto un ingiusto profitto non contemplato dal progetto", che prevedeva che il beneficiario avrebbe sostenuto "il 20% dei costi dell'attività oggetto dei sussidi, non maturando quindi alcun guadagno".

Il raggiro

Il sistema fraudolento, secondo l'accusa, sarebbe consistito "nella pre-individuazione della società che avrebbe svolto il ruolo di implementing body la quale si sarebbe poi agevolmente aggiudicata la successiva procedura di selezione". Inoltre, le due società hanno anche stipulato "un contratto di servizi denominato 'Accordo Quadro', apparentemente indipendente dal progetto ma in realtà destinato a dissimulare la retrocessione" alla cooperativa "di un importo pari al 35% del costo ammissibile". Così le due imprese avrebbero "indotto in errore" l'agenzia dell'Unione Europea riguardo "l'effettiva esistenza di un nesso strutturale e di un conflitto di interessi tra le parti, nonché sulla reale destinazione dei fondi erogati". L'inchiesta è nata da esposti presentati alle fiamme gialle di Milano.

La posizione di VeronaFiere

"La società non è destinataria di alcun provvedimento di sequestro" e, "per quanto noto, nessun dirigente o dipendente risulta sottoposto ad indagini". Lo scrive in una nota Veronafiere in merito all'indagine della guardia di finanza e relativa a una presunta maxi-frode ai danni dell'Unione Europea. Veronafiere "confida pertanto nell'operato della magistratura e nell'accertamento della propria estraneità ad eventuali ipotesi di illeciti nei confronti dell'Unione Europea".

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