Servendosi di imprese “sacrificabili” e truffando una nota compagnia telefonica italiana, sono riusciti a impossessarsi di oltre mille cellulari e altrettante sim. Sei persone, tra cui anche un avvocato e un commercialista, sono indagate dalla procura a vario titolo per bancarotta fraudolenta, emissione di false fatture, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori. L’inchiesta, coordinata dai pubblici ministeri milanesi Carlo Scalas e Rosario Ferracane, e condotta dai finanzieri del Comando provinciale di Milano, ha portato ieri all’esecuzione di sei misure cautelari – una in carcere, tre agli arresti domiciliari e due obblighi di dimora – nei confronti della banda, che già tre anni fa era finita nel mirino degli inquirenti.
Avviata nel 2021, infatti, l’attività investigativa ha consentito di accertare che, in seguito alla truffa ai danni di una "primaria compagnia nazionale di telefonia", come hanno fatto sapere le Fiamme Gialle in una nota, gli indagati avrebbero anche tentato di ottenere "ulteriori ingenti quantità" di cellulari "tramite la presentazione di garanzia fideiussoria falsa". I telefoni di cui il gruppo era riuscito a impossessarsi, prontamente bloccati dalla società vittima della truffa, erano stati rivenduti subito dopo a un prezzo nettamente più basso a società terze e cittadini ignari di tutto.
A quanto emerso dalle indagini, un imprenditore con alcuni precedenti, che sarebbe il "principale indagato" al centro dell’inchiesta, si sarebbe inoltre servito del padre come prestanome. Quando quest’ultimo è venuto a mancare, poi, avrebbe continuato a simulare la sua partecipazione ad assemblee sociali dell’azienda, durante le quali le quote sono state trasferite non all’erede, ma a delle “teste di legno” successivamente stipendiate. Il 16 gennaio del 2023, i finanzieri del Comando provinciale di Milano, avevano quindi eseguito un sequestro preventivo d’urgenza su vari immobili della società. A quel punto, le successive indagini hanno consentito di accertare altre condotte di abusivismo finanziario che sarebbero state legate alla costituzione di una banca digitale di investimenti in prodotti o strumenti finanziari, realizzata attraverso una società di diritto inglese.
A quel punto, come spiega la nota diffusa dalle Fiamme Gialle, è stata ricostruita anche la truffa, commessa dallo "stesso sodalizio criminale" ai danni della compagnia telefonica. Grazie al raggiro, sono riusciti a ottenere "una fornitura di oltre 1000 apparecchi telefonici di ultima generazione con altrettante sim".