"Troppi esclusi dai centri estivi Serve più personale nelle scuole"

La protesta di una mamma di viale Romagna, la figlia di 10 anni è tra i 1.500 tagliati fuori

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di Marianna Vazzana

"Mia figlia non sa ancora di essere rimasta esclusa dal centro estivo. Ci resterà molto male, perché lo frequentava fin dalla scuola dell’Infanzia ed è molto affezionata agli educatori". Valentina Tocco è la mamma di una bimba di 10 anni, alunna della scuola primaria Nolli Arquati di viale Romagna, in zona Città Studi, tra i 1.500 bimbi rimasti tagliati fuori dal servizio. "Sono rappresentante di classe. Tra i tanti genitori che si troveranno in difficoltà. Io e mio marito lavoriamo entrambi, come funzionari della pubblica amministrazione, e non sappiamo ancora come ci organizzeremo quando le scuole chiuderanno". Un disagio. Non solo: "Nel centro comunale, la quota massima per una famiglia è di 16 euro al giorno mentre ce ne vogliono minimo 31 in una struttura privata. Il doppio. Un’altra spesa che graverà sul bilancio familiare". Il caso era scoppiato nei giorni scorsi. E gli animi dei genitori degli esclusi sono sempre più infiammati. "Perché vorremmo che il servizio venisse garantito a più bambini. Siamo tornati ai numeri pre-pandemia", continua Tocco. Palazzo Marino conferma che "le famiglie che hanno chiesto di usufruire dei centri estivi sono state circa 5.300, che è il numero totale ricevuto nel 2019 sommando le richieste ordinarie a quelle tardive. Di queste sono circa 1.500 quelle che non sono state ammesse per esubero di posti. Questo il motivo per cui non sono state riaperte le iscrizioni, avendo esaurito con le iscrizioni ordinarie i posti a disposizione e avendoli superati".

Cos’è cambiato rispetto al 2019 e al 2021? "Il numero di posti disponibili era in linea con il 2019 e il 2021, l’unica variazione significativa è sul numero dei bambini disabili". Quest’anno infatti sono aumentate le domande: "La media degli anni precedenti era di circa 160 a periodo, mentre quest’anno sono oltre 200 a periodo. La presenza di bambini con disabilità riduce il numero complessivo di bambini che è possibile accogliere nelle singole scuole". Da qui, la lista di attesa allungata.

"Nella nostra scuola – continua Tocco – facendo un confronto con le graduatorie degli anni passati, si vede che nel 2022 ci sono 75 domande in attesa di assegnazione per il primo periodo (fino al 27 giugno), mentre nel 2021 solo 5. Mia figlia è 218esima (come figlia unica, di due genitori lavoratori, ha ottenuto il punteggio massimo ma la priorità in graduatoria è data ai più piccoli), e i posti a disposizione sono 180. Troppo pochi, a mio avviso, per una scuola che ha un bacino di utenza vasto, fino al quartiere Ortica. Trovo che l’aumento delle domande da parte delle famiglie dei bimbi disabili sia positivo: ma non è possibile estendere il servizio reclutando educatori in più? Lo chiedo a nome di tanti genitori nella mia stessa situazione".

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