
Il metal detector del tribunale di Milano
Milano, 20 febbraio 2020 - Un avvocato ha presentato formale istanza per poter entrare con una pistola in Tribunale a Milano, basandosi sul fatto di avere un regolare porto d'armi per "difesa personale". Così, dopo una valutazione anche da parte della Prefettura, il procuratore generale Roberto Alfonso è dovuto intervenire con una direttiva per negare questa possibilità. Una decisione trasmessa per conoscenza a tutti i vertici degli uffici giudiziari milanesi e alla presidenza dell'Ordine degli avvocati del capoluogo lombardo.
Lo stesso Alfonso ha deciso, però, che verranno installate a breve all'interno del Palazzo di giustizia milanese "10 cassette di sicurezza per la custodia temporanea, in casi eccezionali e su autorizzazione preventiva" della stessa Procura generale, responsabile per la sicurezza nel Tribunale, "di armi in possesso di persone, munite di porto d'armi per ragioni di difesa personale, che facciano richiesta di accedere armati all'interno dell'edificio". In pratica, quando nel Palazzo - dove nel 2015 ci fu la ben nota strage compiuta dall'imputato-killer Claudio Giardiello - saranno state installate le cassette di sicurezza, il procuratore generale potrà autorizzare "in casi eccezionali" le persone con regolare licenza a consegnare l'arma ai carabinieri in presidio di sicurezza nel Tribunale.
Tra l'altro, nel provvedimento si scrive che la Procura generale "si riserva di disporre controlli a sorpresa ai varchi d'accesso degli edifici giudiziari". Chi verrà trovato dentro il Palazzo con un'arma, senza autorizzazione, verrà segnalato alla Prefettura per l'eventuale revoca del porto d'armi e gli avvocati saranno anche segnalati al Consiglio dell'Ordine per eventuali profili disciplinari.