Treno deragliato a Pioltello, la figlia del sindaco di Ricengo adesso è fuori pericolo

Daniela era collega e amica di Alessandra Pirri, deceduta nell'incidente

Daniela Sassi, 38 anni

Daniela Sassi, 38 anni

Ricengo, 27 gennaio 2018 - «Ho visto mia figlia tra le lamiere del treno e poi l’ho vista quando la estraevano: un’esperienza devastante». Lo racconta il padre di Daniela Sassi, 38 anni, la donna di Ricengo che viaggiava seduta accanto ad Alessandra Pirri, una delle tre donne vittime della tragedia del treno di pendolari deragliato giovedì mattina a Pioltello, alle 6.57. Daniela Sassi lavora in una ditta di recupero crediti a Milano, proprio come la vittima di Capralba e con la povera Alessandra Pirri era molto amica, tanto che frequentava la stessa palestra di Crema, due sere la settimana. Anche giovedì la ragazza era salita sul treno delle 6.12 di Crema e aveva atteso l’arrivo dell’amica che saliva a Capralba.

Quando il treno ha deragliato, Daniela è stata sbattuta contro il sedile davanti e poi è rimasta incastrata tra le lamiere della sua carrozza, con vicino Alessandra che non dava segni di vita. «Mia figlia è rimasta lì incastrata per un’ora e un quarto, sempre presente – racconta il padre Ernestino, che è sindaco di Ricengo – e appena ha potuto ha chiesto ai soccorritori di avvertire suo marito. Mio genero abita di fianco a casa mia ed è stato chiamato prima delle otto. E’ venuto di corsa da me, mi ha consegnato le due bambine e mi ha detto quel che era successo e poi si è precipitato a Pioltello. Io ho seguito tutto attraverso le varie televisioni e ho visto in diretta quando la estraevano dal treno. Sapevo che si trattava di Daniela perché ho riconosciuto il maglione che indossava».

Daniela è ricoverata al Policlinico di Milano. Ha una clavicola e alcune costole rotte. Quel che preoccupava di più era l’edema polmonare che è stato subito operato e ridotto dai medici i quali adesso vedranno se per la clavicola sarà sufficiente un tutore o se si dovrà procedere chirurgicamente anche per quella frattura. «Daniela non si capacita che Antonella non ci sia più e ci chiede come può essere successo tutto questo – conclude il padre. – Non trova pace. La notte scorsa non ha dormito per il dolore, ma anche perché ha questo pensiero fisso: la sua amica non c’è più. Al momento non abbiamo ancora visto alcuno psicologo, ma comunque siamo contenti dell’assistenza che abbiamo ricevuto. Aspettiamo solo il momento di poter lasciare l’ospedale, anche se la notizia più bella i medici ce l’hanno data quando ci hanno avvisato che Daniela era fuori pericolo».

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