ANNAMARIA LAZZERI
Cronaca

Non solo botox: il boom di trattamenti estetici. Quali sono quelli più richiesti

Settore in crescita, ma non mancano le ombre. Sotto accusa anche i social e l’ossessione per il sentirsi belli, gli specialisti: “Non dobbiamo dire sempre sì alle richieste che ci arrivano”

Trattamento estetico (Archivio)

Trattamento estetico (Archivio)

Milano, 3 dicembre 2024 – Nel corso del 2023, ultimo dato disponibile, in Italia sono state svolte 757.442 procedure di trattamento estetico. Nel dettaglio, gli interventi estetici non chirurgici sono quasi il doppio di quelli chirurgici: 495mila circa le procedure “senza bisturi” contro 262mila chirurgiche secondo i dati che emergono da “2023 Isaps International Survey”, lo studio dell’International Society of Aesthetic Plastic Surgery che fotografa annualmente l’andamento delle procedure di medicina estetica nel mondo.

In base ai dati raccolti (hanno risposto al sondaggio circa 1.600 chirurghi plastici) rispetto al 2022 le procedure chirurgiche mondiali sono cresciute del 5,5% e i trattamenti non invasivi del 19,1%, raggiungendo rispettivamente quota 15 milioni 813.353 e 19 milioni 182.141.

Tutti voglio il ritocchino

Negli ultimi quattro anni l’incremento complessivo è stato del 40 per cento. Anche i dati italiani sono in crescita rispetto al 2022 grazie all’aumento delle procedure “non invasive“.

Tra gli interventi non chirurgici in particolare, secondo il report internazionale, spiccano le procedure iniettabili: botox in primis, con quasi 195mila trattamenti in Italia.

L’anno scorso i trattamenti estetici non chirurgici con tossina botulinica son stati “circa 34mila in più rispetto all’anno precedente” quando erano stati circa 161mila: un “più 21%” ha sottolineato Giovanni Salti, presidente dell’Associazione italiana terapia estetica botulino (Aiteb). A seguire le iniezioni di acido ialuronico (190mila circa) e da quelle, molto più staccate numericamente, di idrossiapatite di calcio (12mila circa). Tra gli altri trattamenti “bisturi-free“ si segnalano quelli relativi all’epilazione (26mila trattamenti circa) e i peeling chimici (22mila circa).

Tra le procedure chirurgiche, invece, al primo posto c’è l’ingrandimento del seno (quasi 39mila casi), seguito da interventi alle palpebre (31mila), dal miglioramento delle labbra/procedura periorale (27mila), liposuzione (26mila) e rinoplastica (18mila).

Non tutto è oro...

Ma non mancano le ombre, in un settore che genera forti guadagni (e non a caso c’è la fila di aspiranti medici specializzati in chirurgia estetica). A partire dalle procedure svolte in ambienti non adatti e non autorizzati.

Come il recente sequestro dello studio romano rivelatosi poi una clinica abusiva di chirurgia estetica, dove Margaret Spada, sottoposta a un intervento di chirurgia plastica al naso, ha trovato la morte, dopo essere finita in coma il 4 novembre.

Anche i social piegati a fini pubblicitari sono sotto accusa. “Oggi molti giovani (e non solo giovani) ricercano un’omologazione estetica, spinti dalla convinzione che la perfezione possa offrire sicurezza e accettazione sociale”, ha accusato di recente Maurizio Benci di Aiteb, l’Associazione italiana terapia estetica botulino. “Nel mondo odierno l’essere o sentirsi belli è spesso percepito come una chiave per il successo e la serenità, specialmente in un mondo che promuove continuamente icone di bellezza e successo. E in giovane età i ritocchi estetici possono essere interpretati come un tentativo di integrazione, una ricerca di autostima. A noi professionisti della medicina estetica si pone un tema direi deontologico: dobbiamo sempre dire sì alle richieste che ci arrivano dai clienti? La risposta è no”.