Milano – Il recupero di passeggeri è in corso e si è vicini ai livelli raggiunti in uno degli anni d’oro del trasporto pubblico cittadino: il 2015, l’anno dell’Esposizione Universale, capace di portare a Milano 22 milioni di visitatori. La rimonta è più evidente se si considerano le linee della metropolitana, ma il trend si riscontra pure sui mezzi di superficie. Resta più lontano il 2019, l’anno del boom del trasporto pubblico, l’ultimo prima della pandemia da Covid. Altra evidenza: a fronte della decrescita di passeggeri, gli incassi da biglietti fanno segnare una sostanziale tenuta. Effetto, questo, dell’aumento del prezzo dei biglietti dovuto, almeno nell’ultimo caso, all’adeguamento agli indici Istat. Infine l’impatto del Covid: i numeri che seguono lo raccontano in tutta la sua portata.
Sono questi i tre elementi che emergono dall’analisi dei dati relativi all’evoluzione del numero di passeggeri sulle linee sotterranee, su quelle di superficie e agli incassi da biglietto nel decennio compreso tra il 2014 e il 2023. Riscontro forse non scontato: autobus, tram e filobus trasportano ogni anno più persone di quante ne trasportino la rossa, la verde, la gialla, la lilla e, più di recente, la metro blu.
Nel dettaglio, secondo i dati di Comune e Atm, nel 2023 sui treni della metropolitana milanese hanno viaggiato 331,3 milioni di persone, mentre in superficie 364 milioni. In entrambi i casi, il ritorno a bordo dei mezzi pubblici è evidente e continuo. Nel 2022 i passeggeri delle linee della metropolitana erano stati 284,7 milioni, nel 2021 si erano fermati a 205,1 milioni. Quanto a bus, tram e filobus, nel 2022 si erano contati 313 milioni di passeggeri e l’anno prima 228 milioni.
Detto altrimenti: nel triennio 2021-2023 i passeggeri delle metropolitane sono cresciuti di 125 milioni di unità, quelli dei mezzi di superficie sono aumentati di 136 milioni. Come anticipato, resta penalizzante il confronto con il 2019: quell’anno le metropolitane milanesi trasportarono 386,8 milioni di viaggiatori, mentre a bordo di autobus, tram e filobus salirono addirittura 444 milioni di persone. Il gap con i dati del 2023 è evidente: sulle linee sotterranee mancano 55,5 milioni di viaggiatori, sulle linee di superficie ne mancano 80 milioni. Del resto, nel 2019 il trasporto pubblico pareva destinato ad una forte espansione.
Meglio guardare al 2015, anno riconosciuto tra i più positivi per Atm e i mezzi pubblici cittadini. In questo caso la forbice è più ridotta. Allora i passeggeri sulle metropolitane furono 346,2 milioni, “solo“ 14,9 milioni in più rispetto al 2023. Sulle linee di superficie furono 398 milioni, “solo“ 34 milioni in più rispetto al 2023. Non va dimenticato, però, che nel 2015 la rete del trasporto pubblico era meno estesa rispetto ad oggi.
Quindi il capitolo relativo agli incassi assicurati al Comune. Nel 2023 sono stati pari a 421,6 milioni di euro. E anche in questo caso si è più vicini al 2015 che al 2019. Significativamente più vicini. Nell’anno dell’Expo il Comune potè infatti contare su 423 milioni di euro di introiti da biglietto, mentre nel 2019 i milioni furono addirittura 480,9.
La crescita nell’ultimo triennio è stata costante: nel 2021 le entrate furono pari a 258,2 milioni, nel 2022 a 360,9 milioni e nel 2023, come detto, 421,6 milioni. Ma quest’ultimo dato resta sostanzialmente saldo se confrontato agli incassi riscossi dal Comune in anni in cui il numero di passeggeri era maggiore: nel 2017 le entrate furono pari a 425 milioni di euro, nel 2018 a 443,7 milioni a fronte di un numero di passeggeri pari a 405 e 427 milioni in superficie e a 348,2 e 369 in metropolitana. Effetto degli aumenti, come detto. Anche in questo caso incide la diversa estensione della rete. Quanto all’impatto del Covid sul trasporto: nel 2020 l’affluenza sulle metro crollò a 166,1 milioni di passeggeri e sui mezzi di superficie a 193 milioni.