
di Francesca Grillo
L’obiettivo della missione non era solo riuscire a portare in Italia, al sicuro, i profughi in fuga dalla guerra in Ucraina, ma anche restituire loro, o almeno provarci, un po’ di normalità. La rete di generosità e assistenza si è formata un paio di settimane fa, quando l’assessore di Assago Marco La Rosa, insieme ad altri genitori del territorio e due agenti della polizia locale, è partito per portare in Italia 12 persone, di cui 8 tra bambini e ragazzi minorenni. Una missione realizzata grazie all’iniziativa del Team Galbiati di ciclismo che era in contatto con alcuni sportivi ucraini. Nel giro di pochi giorni, appena è arrivata la richiesta di aiuto, Assago ha tirato fuori forza e cuore, donando e mettendosi a disposizione per l’accoglienza delle famiglie.
"Sono orgogliosa della nostra città – ha commentato emozionata la sindaca Lara Carano –, un’operazione delicata messa in piedi in tempi rapidi. Grazie a tutti coloro che hanno contribuito, all’assessore La Rosa, Luca Cappellini, gli agenti Stefano e Vincenzo e tutte le famiglie, i volontari e le scuole". Grazie a due dirigenti, Antonella Vilella dell’omnicomprensivo Hack di Assago e Silvia Bassi del liceo Vico di Corsico, bambini e ragazzi hanno iniziato le lezioni. I più grandi frequentano i corsi in inglese e imparano l’italiano con docenti e studenti che si sono messi a disposizione. Una grande rete di solidarietà che coinvolge anche volontari ucraini del territorio.
Il ritorno alla normalità è avviato. Tutti hanno trovato sistemazione, sono stati accompagnati al centro vaccinale, hanno ottenuto la carta dei servizi sanitari. La scuola è avviata, così come gli allenamenti in bici. I giovani hanno anche assistito alla tappa della Milano-Sanremo lo scorso weekend e si stanno ambientando. Lontani dagli orrori della guerra, dalle settimane passate nei bunker sotterranei. Alcuni vogliono studiare e rimanere in Italia, i più piccoli sentono la mancanza di mamma e papà che riescono a sentire tutte le sere in videochiamata grazie alle famiglie che si stanno prendendo cura di loro. "Sperano – racconta La Rosa – di ricongiugersi presto ai genitori che ci hanno affidato i loro piccoli per metterli al sicuro. In attesa che questa maledetta guerra finisca".