MAURIZIO
Cronaca

Tra piazzale Bacone e Buenos Aires sulle tracce di Pontiggia e Raboni

Cucchi Vado a trovare Francesco Napoli, critico letterario e consulente editoriale, recente curatore di un’antologia, “Poeti italiani nati negli...

Cucchi Vado a trovare Francesco Napoli, critico letterario e consulente editoriale, recente curatore di un’antologia, “Poeti italiani nati negli...

Cucchi Vado a trovare Francesco Napoli, critico letterario e consulente editoriale, recente curatore di un’antologia, “Poeti italiani nati negli...

Cucchi

Vado a trovare Francesco Napoli, critico letterario e consulente editoriale, recente curatore di un’antologia, “Poeti italiani nati negli anni ’60“ (Interno poesia) in cui compie un utile viaggio tra gli autori di una generazione. Non è di Milano, e qui era arrivato da Salerno, dopo una tesi su Alfonso Gatto, nel 1989. Abita in via Farneti, tra viale Abruzzi e piazzale Bacone, ed è lì che lo raggiungo. "Ho scoperto presto - mi dice - che si tratta di una zona ad alta densità letteraria. Mio dirimpettaio era Peppo Pontiggia, un maestro che mi ha onorato della sua amicizia e della possibilità di sedermi di fronte a lui tra i suoi amati libri. Affacciandomi al mio balcone potevo addirittura vederlo lavorare, leggere, quasi vivere nella sua casa". Queste parole mi danno una certa emozione, perché, oltre che estimatore, sono stato a lungo molto amico di Pontiggia, che purtroppo ci ha lasciato prematuramente nel 2003. Francesco mi dà altri ragguagli storici sulla zona: "Girando l’angolo e risalendo via Stradella c’era la sede di Radio Popolare, che ascoltavo anche perché mio cugino, Ettore, docente di storia della musica al Conservatorio, aveva lì una trasmissione". Ma questi paraggi offrono nel loro insieme un’atmosfera di elegante accoglienza, lo si avverte subito, passeggiando, e l’amico me lo conferma: "È piacevole aggirarsi in questa zona così verde, che di sera propone una buona vita. Non una confusionaria movida, ma la giusta animazione, che mette di buon umore. E se cammini ancora un po’ oltre via Castelmorrone, arrivi da poeti come Cesare Viviani o Mario Santagostini, mentre risalendo verso corso Buenos Aires e girando verso via Melzo, si può ancora immaginare di scorgere Giovanni Raboni. Però trovo il corso un’arteria oggi un po’ troppo confusa, con molti mezzi e poco spazio per percorrerla. Mentre io, dove sono, ci sto bene. In fondo ci sono un po’ cresciuto…". E qui lo saluto, approfittando anch’io dell’elegante quiete della zona per fare quattro passi in pace.