Torture e violenza sessuale di gruppo su un 17enne al Beccaria, condannato a 8 anni. Il gup: “Fu crudele”

Milano, il giovane è stato ammesso dal giudice alla giustizia riparativa. Riconosciute le attenuanti generiche come equivalenti alle aggravanti

Carcere (Foto archivio)

Carcere (Foto archivio)

Milano, 18 marzo 2024 – Va considerata la “crudeltà manifestata” dall'imputato e “il suo tentativo postumo di indurre la vittima a non sporgere denuncia” con “metodi subdoli come l'offerta bonaria di generi di prima necessità” o “l'offerta di vendicarsi simbolicamente con uno schiaffo”, un elemento “sintomatico del suo ruolo dominante all'interno del gruppo”. E’ quanto ha scritto il gup di Milano Cristian Mariani nelle motivazioni della condanna a 8 anni, del 7 marzo e con rito abbreviato, per un 19enne ivoriano arrestato nel dicembre 2022 per tortura, violenza sessuale di gruppo e lesioni. Il giovane, assieme a due minori, ha inflitto ad un 17enne, che era detenuto con i tre giovani nel carcere minorile Beccaria, “con crudeltà” gravi “e reiterate violenze” e un “trattamento inumano e degradante”.

La condanna è arrivata a seguito delle indagini del pm Rosaria Stagnaro e dalla Squadra mobile. Il giovane, Gnagne Lath, detto ‘Nesco’, con un precedente per tortura alle spalle e che era stato arrestato in passato in un'inchiesta sulla crew dei famosi trapper Simba La Rue e Baby Gang, è stato ammesso dal giudice, come richiesto dal legale Niccolò Vecchioni, alla giustizia riparativa.

Al giovane sono state riconosciute le attenuanti generiche come equivalenti alle aggravanti. Data "la rilevante gravità dei reati”, il “precedente penale” ma anche “l'immaturità che ha certamente caratterizzato il suo agire, nonostante la maggiore età” il gup ha ritenuto “equo irrogare una pena di poco superiore al minimo”.

Per il giudice, poi, non si può sostenere che "il mancato rilievo di tracce ematiche della vittima” su un oggetto sequestrato “sia dipeso dal fatto che quest'ultimo” fosse “estraneo alle vicende incriminate”.

Tra l'altro, nel processo si è ventilata "la probabilità di un errore nel corso delle operazioni di sequestro, ovvero, addirittura, di una manovra di 'depistaggio’, finalizzata a rimuovere i sospetti di omesso controllo da parte degli agenti di turno la notte dei fatti”. Le violenze erano avvenute il 7 agosto 2022, quando l'ivoriano era ancora detenuto al Beccaria e da pochi giorni era diventato maggiorenne.