Torre di via Antonini: due idee per la rinascita dopo l'incendio

A firmarle sono gli architetti Boeri e Femia, che hanno donato i progetti al comitato degli inquilini perché decidano quale realizzare

Torre di via Antonini

Torre di via Antonini

Milano -  Due idee per la rinascita del grattacielo di via Antonini. A firmarle sono stati gli architetti Stefano Boeri e Alfonso Femia. Un dono, anzi due, destinato al comitato che riunisce le famiglie rimaste senza casa a causa dell’incendio divampato domenica 29 agosto 2021. Entrambi i progetti, infatti, ancora in fase del tutto preliminare, sono stati realizzati gratuitamente.

"La scelta – fa sapere Mirko Berti, portavoce del comitato – spetterà agli inquilini proprietari, di concerto con la società che ha assicurato il palazzo". Da parte sua Giancarlo Tancredi, assessore comunale alla Rigenerazione Urbana, assicura che "il Comune farà il possibile per accelerare l’iter per il rilascio delle autorizzazioni e l’avvio dei lavori". Non è detto che da qui ai prossimi mesi non si aggiungano altre idee firmate da altri studi di architettura, intanto le due proposte griffate da Boeri e Femia sono state mostrate ieri a Palazzo Lombardia nel corso della presentazione di un’iniziativa a sostegno delle famiglie rimaste senza casa organizzata proprio dalla Regione. Con ordine, allora, partendo dai due progetti.

Quello di Boeri punta soprattutto su due elementi: il verde che ricopre facciate e balconi, nel solco del celeberrimo Bosco Verticale, e la reinterpretazione dell’elemento delle vele esterne che caratterizzavano il grattacielo di via Antonini prima che fossero incenerite. "Abbiamo immaginato un edificio verde che dia il segno della rinascita ipotizzando che al posto delle due vele, che sono state poi parte dell’origine dell’incendio, ci siano alberi e foglie, conservando però la fisionomia dell’edificio e aumentando la superficie dei balconi, anche perché la torre intorno a sé non ha nulla che chiuda la vista sulla città e quindi è importante valorizzare questa visibilità", spiega Boeri.

Il progetto di Femia punta invece sull’uso della ceramica, "una materia molto apprezzata per come reagisce alla luce, quindi perfetta per il tema della rinascita, ma anche la materia che fu già di Gio Ponti e Luigi Caccia Dominioni, una materia che è identificata con Milano e quindi restituisce quel senso di appartenenza che un progetto come questo deve irradiare in città. Deve essere – insiste ancora Femia – un progetto narrativo, basato su responsabilità, identità, condivisione, un progetto nel quale la dimensione intima dell’abitare si coniughi con la dimensione collettiva di quel che rappresenta il grattacielo di via Antonini dopo i fatti di quest’estate". Non solo una nuova facciata, ma anche un nuovo nome: "La Torre dei Moro non può e non dovrà più chiamarsi così – fa sapere Berti –, bisogna ribrandizzare l’edificio per rimuoverne la memoria negativa".

Per il rientro nelle loro abitazioni è confermato l’orizzonte temporale del 2026, quando Milano ospiterà le Olimpiadi Invernali. Ora nel palazzo sono in corso le bonifiche, che proseguiranno per 6 mesi. Gli alloggi distrutti o gravemente compromessi sono 33 su 82, il 40% del totale. Delle 80 famiglie residenti in via Antonini, 40 hanno trovato una soluzione sul mercato libero, 20 non hanno ancora un tetto stabile e altre 20 hanno fatto domanda per le case di Comune e Regione. "Ognuno di noi ha vissuto qualcosa che l’ha cambiato per sempre – scandisce Berti citando la poetessa Alda Merini –, io, ora, ogni volta che entro in un posto controllo prima di tutto dove siano le via di fuga".

Infine l’iniziativa della Regione, che ha lanciato e chiuso una manifestazione d’interesse per cercare chi donasse agli inquilini i libri e i cd musicali andati perduti nell’incendio. Centinaia quelli consegnati già ieri. "Con la consegna di libri e cd musicali si è voluto ripagare una piccola parte della perdita del vissuto quotidiano, di quei ricordi che ci legano a piccoli ma significativi oggetti dal grande valore", rimarca il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.

 

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