
iuseppe Calabrò, 87 anni con il suo legale
Miolano, 1 ottobre 2019 - «Sono qui perché spero che questo mio caso possa essere di monito per altri. Oggi si fanno moltissimi interventi senza guardare il risultato, il mio è stato solo un caso eclatante fra tanti altri casi». Parla così Giuseppe Calabrò, 87 anni, dopo l’udienza di ieri mattina nel processo a due chirurghi dell’ospedale Fatebenefratelli imputati di lesioni colpose aggravate per avergli asportato due anni fa per errore il rene sinistro sano al posto di quello destro ammalato di tumore. Una vicenda incredibile. Il dibattimento si è aperto ieri ed è stato rinviato al 9 dicembre per consentire ai medici, come annunciato dalle difese, di presentare una nuova offerta risarcitoria dopo che nei mesi scorsi la cifra proposta non è stata ritenuta congrua. «Per me questa vicenda è stata una grande delusione – ha continuato l’anziano – ero venuto a Milano perché le strutture presenti qui mi davano più garanzie e invece è stata una grande delusione». E ancora: «È impensabile che ci possa essere un caso del genere, e che ci siano questi errori così impressionanti». Nel 2017 Calabrò, docente in pensione e residente a Reggio Calabria, era arrivato all’ospedale Fatebenefratelli, struttura d’eccellenza della Lombardia, per l’asportazione del rene destro aggredito dalla neoplasia. Il giorno dopo l’operazione, avvenuta il 5 dicembre 2017, era stato lo stesso anziano a segnalare al medico, durante la vista mattutina di routine in reparto, di avere subito l’asportazione dell’organo sinistro sano. Da qui la denuncia nei confronti dei chirurghi e il processo dopo la citazione diretta a giudizio da parte del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano. Secondo l’avvocato dell’87enne Renato Fortunato Russo, l’assicurazione dell’ospedale «dovrà fare una offerta risarcitoria che soddisfi anche il danno morale subito da un anziano che si è ripiegato in se stesso e a cui è stata tolta la gioia di vivere», ha detto l’avvocato dell’anziano. Si torna in aula il 9 dicembre.