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Guerra di numeri sul ticket farmaci. Lo pagano in meno, si spende di più

La Regione replica al Pd: abbiamo fatto risparmiare 3 milioni di Giulia Bonezzi

Farmaci su ricetta

Milano, 8 ottobre 2014 - «Di zero qua ci sono solo i risultati», dice Alessandro Alfieri, capogruppo del Pd al Pirellone. Dove continua la guerra dei numeri sull’operazione «Zero Ticket» lanciata dal governatore Roberto Maroni, che promette di annullare quelli sanitari ai lombardi nel giro di due anni. Guerra di dati, anche: quelli dei farmacisti contro quelli del Ministero, sugli effetti della prima mossa della Regione, che da aprile ha allargato la fascia degli esenti dal ticket farmaceutico. È l’imposta regionale sui farmaci di fascia A, ricetta rossa, rimborsabili dal servizio sanitario: i cittadini pagano il ticket e, se vogliono il farmaco di marca benché il medico non l'abbia prescritto, la differenza col generico.

Erano già esenti gli under 14 e i pensionati con reddito annuale fino a 11.362,05 euro, ora sono dispensati anche gli over 65 sotto i 18 mila euro. «Abbiamo abolito il ticket per 800 mila lombardi», dice Maroni. Il Pd ribatte che «la manovra è un flop» e cita «dati oggettivi, istituzionali». Quelli di Federfarma: da aprile ad agosto, in Lombardia, la voce “introiti ticket” è cresciuta di 1 milione 963 euro rispetto allo stesso periodo del 2013. Più 1,87%, a fronte di una spesa lorda in farmaci in diminuzione tutti i mesi. Stringendo a Milano l’aumento risulta inferiore: di 74 mila euro pari allo 0,43%. Allargando alla provincia, invece, superiore: più 2,2%.

La Regione contesta i dati della federazione dei farmacisti privati, poiché alla voce “importo ticket” «mettono insieme i costi del ticket e la differenza determinata dalla scelta dei farmaci di marca». E ribatte con dati dell’Agenzia italiana del farmaco, cioè del Ministero. «Quelli ufficiali», da gennaio a giugno 2014: mentre la differenza tra medicinali generici e di marca è in effetti aumentata di 4 milioni, spinta dall’incremento dei prezzi dei brand, la spesa in ticket dei lombardi si è ridotta di 3 milioni di euro rispetto all’anno scorso. Insomma la manovra Maroni ha limitato i danni: alla fine il costo per i cittadini, composto da ticket più prezzo di riferimento, è cresciuto rispetto al primo semestre 2013 di 1.002.704 euro, più 0,8%. «A causa di scelte nazionali, indipendenti e successive a quelle della Regione», sottolineano da Palazzo Lombardia, aggiungendo che intanto la spesa del cittadino, secondo l’Aifa, in Emilia-Romagna aumentava del 4,5% e in Toscana del 5%.

«Allora perché i lombardi pagano i ticket più alti d’Italia?», ribatte il Pd con Carlo Borghetti, e i dati Federfarma da gennaio a giugno: media di 3,17 euro a ricetta qui, contro i 2,38 nazionali, l’1,24 della Toscana, l’1,7 dell’Emilia e del Piemonte. Dove sono esenticket i cittadini con reddito annuo inferiore a 36.151 euro, «senza limiti generazionali». Il Pd rilancia la sua proposta «a risorse invariate»: allargare l’esenzione, non solo sui farmaci ma anche per visite ed esami specialistici, a tutti i lombardi che guadagnano meno di 30 mila euro l’anno, e far pagare gli altri in base al reddito.

giulia.bonezzi@ilgiorno.net