Covid, da maggio i test "lecca-lecca" nelle scuole

Via libera (dopo mesi) ai salivari della Statale sperimentati a Bollate e ora “adottati“ dalla Regione

Covid, i test salivari

Covid, i test salivari

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L’annuncio arriva dal presidente della Regione, Attilio Fontana, che segna sull’agenda anche una data: "Da maggio la Lombardia utilizzerà in ambito scolastico i test salivari molecolari, frutto di una sperimentazione attuata dall’Università degli Studi di Milano". C’è il via libera - atteso da mesi - al test “lollipop“ che, nelle modalità, ricorda un lecca-lecca. " Finalmente ieri (martedì, ndr) il ministro Speranza ha confermato che tutti i tipi di test già autorizzati in Paesi che fanno parte del G7 possono essere utilizzati anche in Italia – ricorda il governatore –. Pertanto, considerando che questo test ha già ottenuto l’autorizzazione in gran parte di questi tra cui la Francia, Usa e Giappone, la nostra regione sarà la prima ad utilizzarlo in Italia, in sostituzione del tampone molecolare nasofaringeo, al momento unico strumento per confermare la positività al Covid-19".

Entusiaste le protagoniste di questa impresa: Elisa Borghi, Daniela Carmagnola, Claudia Dellavia e Valentina Massa, quattro scienziate e mamme della Statale che lo avevano ideato partendo anche dall’esperienza dei loro undici figli. "Siamo contente che Regione Lombardia abbia creduto nel nostro test e speriamo serva a sbloccarlo anche a livello nazionale", sottolinea Massa, a nome del team. Che è già al lavoro per “calare a terra“ il piano annunciato da Fontana. "Il primo aspetto sul quale concentrarci dovrà essere la comunicazione – spiega – perché i genitori sono frastornati da mille tipi di test ed è fondamentale il loro ingaggio. Per il progetto pilota di Bollate c’è stata un’adesione al 90%, ma non è mancata una piccola resistenza rumorosa che può confondere le idee. Il nostro test non è invasivo e può essere fatto in autonomia anche dai bambini". In una manciata di giorni si deve avviare la macchina. "Giusto dare una data di partenza – sottolinea Gian Vincenzo Zuccotti, preside della facoltà di Medicina che ha guidato il team –, anche se il vero obiettivo rimane settembre: le scuole devono rimanere aperte. Perché in quest’anno abbiamo visto che i bambini si ammalano poco ma anche i danni collaterali di una pandemia che ha aumentato i disturbi alimentari, di ansia, di attenzione. Non possiamo più permetterlo. Il test salivare è uno strumento che ci permetterà di monitorare l’epidemia e di giocare d’anticipo". La “campagna di maggio“ sarà una prova generale.

"Cominceremo con lo stabilire come procedere con Regione Lombardia – spiega Zuccotti –. Ci avviamo verso la fine dell’anno scolastico, verosimilmente non sarà fatto a tutti ma verranno fatti dei campionamenti per singole classi o scuole, ripetendo il test più volte nel corso del mese. Nel frattempo si recupereranno le provvigioni di tamponi salivari e certificheranno i laboratori che, insieme ai nasofaringei, possono processare anche i test salivari e molecolari". Il via libera del governo velocizza anche l’iter: se il salivare darà esito positivo non ci si dovrà sottoporre nuovamente a tampone nasofaringeo. In attesa di maggio continua la sperimentazione a Bollate dove è stato consegnato ieri mattina a 600 alunni e circa 200 insegnanti e operatori delle seconde e terze medie il doppio test, sierologico con pungidito e salivare della Statale. Entra nella seconda fase lo screening per una scuola sicura avviato nel comune che aveva contagi da zona rossa già a fine febbraio per i focolai esplosi nelle classi della materna. I test eseguiti a casa saranno riconsegnati questa mattina a scuola, i risultati sono attesi per le prossime ore. Il 12 aprile era toccato agli alunni delle elementari e prime medie. Sui 2.039 campioni analizzati erano risultati 10 lievemente positivi, due positivi con alta carica, questi ultimi poi confermati dai tamponi molecolari effettuati da Ats. Le due classi interessate termineranno la quarantena il prossimo venerdì e la scuola è andata avanti. "Il test è utilissimo – dice Stefania Giacalone, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Brianza di Bollate –, il salivare in meno di 24 ore ti restituisce un risultato e serve davvero a evitare che si formino dei cluster di contagio che abbiamo visto a febbraio quanto siano devastanti perché portano a chiusure della scuola molto lunghe. Grazie a questo test, invece, si arriva alla quarantena delle sole classi interessate". Al test salivare ha aderito oltre il 90% delle famiglie "ci aspettiamo una grande partecipazione anche per il pungidito che non ha conseguenze perché, anche laddove dovessero essere individuati degli anticorpi, il ragazzo non sarà costretto a fare un ulteriore tampone e la classe non sarà posta in quarantena: il sierologico serve a mappare il passato", conclude Giacalone, sottolineando il fatto che a restare irrisolta è la questione delle "classi pollaio" anche in tempi di Covid. Altri 2.100 kit pungidito sono stati consegnati agli alunni più piccoli. Il "modello Bollate" per una apertura sicura di tutte le scuole – finanziato con risorse comunali (circa 60mila euro) – sarà dunque replicato a livello lombardo. "È stato preso come modello efficiente e efficace che, ci auguriamo, venga presto utilizzato in ambito scolastico e non solo", ricorda il sindaco Francesco Vassallo che a Governo e Regione pone però due domande: "Quando e chi organizzerà e pagherà gli eventuali screening nelle scuole? E con quale cadenza?".

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