ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Voce Amica, il telefono degli angeli in ascolto che aiutano chi è solo

Sono una quaratina i volontari del servizio di solidarietà telefonica attivo 365 giorni l'anno: ricevono ventimila chiamate

L'estate per tante persone è sinonimo di solitudine indipendentemente dall'età

Milano, 17 agosto 2018 - Il loro telefono squilla per 365 giorni all’anno. E dall’altro capo del filo c’è sempre qualcuno pronto a rispondere, anche a Ferragosto, senza mai chiedere chi è che parla. Perché Voce Amica, linea telefonica di aiuto attiva a Milano dal 1985, si distingue per riconoscere il diritto all’anonimato più rigoroso a chi chiama, come all’operatore che ascolta.

«Ci sono persone che non parlerebbero mai del problema che li tormenta neppure con chi hanno di più caro. Non rivelare la propria identità consente di raccontare la propria storia in modo più spontaneo» racconta uno dei volontari più esperti: un milanese di 62 anni, ex mediatore creditizio che opera alla cornetta da 6 anni. Anche il 13 agosto quando ha sentito storie diverse e certamente toccanti: «Mi ha chiamato una signora che vive nel sud Italia. La figlia ha un problema di salute, l’altro figlio la vorrebbe con sé in Abruzzo perché curi il nipotino, il marito non la aiuta mai… Non ce la fa più e aveva bisogno di sfogarsi. Un altro era un uomo, paralizzato da tanto tempo, che chiama più volte perché ha il bisogno di parlare con qualcuno».

La help line risponde al 02/70.100.000. «Riceviamo circa 20mila chiamate all’anno. Provengono da tutta Italia, e da soggetti di tutte le età, la maggior parte uomini, di ogni condizione sociale. I disagi possono essere più diversi: in famiglia o al lavoro. C’è chi è solo e chi soffre di disturbi mentali. I nevrotici parlano senza mai fermarsi, dimostrando un segno di insofferenza verso il mondo. Parlare li aiuta a sentirsi meglio».

Sono circa una quarantina gli operatori che garantiscono il servizio di solidarietà telefonica, anche questo mese, dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 23. Gli angeli in ascolto sono uomini e donne di mezza età ma c’è anche qualche giovane sopra i 20: coprono turni di 4 ore e in genere si dà disponibilità per un giorno alla settimana. «L’empatia è essenziale ma bisogna imparare a non soffrire troppo, se si vuole continuare a fare per anni volontariato. Ascoltiamo incondizionatamente qualunque problema cercando di abbozzare una soluzione, senza mai giudicare».

La onlus, oggi guidata dalla presidente, Barbara Bertani, docente di Psicologia alla Cattolica, porta avanti la missione di Gaspare Lanza, un professionista torinese che, trasferitosi a Milano, si era reso conto della piaga della solitudine nella grande metropoli.

Il volontario che incontriamo racconta di aver sofferto di una malattia rara ematologica, da cui per fortuna è guarito ma che lo ha costretto ad abbandonare il lavoro: «Da allora ho deciso di dedicare il mio tempo ritrovato agli altri». La linea telefonica è sempre alla ricerca e di nuove «voci». Per diventare volontario si deve seguire un corso, in collaborazione coi psicologi (il prossimo dovrebbe essere a settembre) e la formazione continua durante tutto il periodo di collaborazione. «Le competenze relazionali che si apprendono sono utilissime anche nella propria vita privata. Si impara ad ascoltare e non a volere sempre avere ragione».