
Telefono Amico
Milano – Oltre 23mila richieste di aiuto nei 5 centri di Telefono Amico Italia in Lombardia, ovvero una media di 65 al giorno, mentre tra i giovanissimi aumentano coloro che chiedono un supporto tramite chat. Questo il bilancio 2022, per quanto riguarda il territorio lombardo, dell’associazione che dal 1967 è tra le realtà che, attraverso volontari appositamente formati, si impegna ad ascoltare chi abbia bisogno di esprimere la propria sofferenza in modo anonimo e confidenziale. Un osservatorio da cui emerge una “geografia del disagio” leggermente diversa, contrassegnata da pandemia e guerra.
"Dopo Covid abbiamo visto un aumento importante delle telefonate di appellanti non abituali – spiega Claudio Gatti, presidente del centro di Brescia di Telefono Amico –. Per intenderci, fino al 2019 il 50% di telefonate arrivavano da persone che, sporadicamente o con una certa frequenza, si rivolgevano a noi. Nel 2022 questa percentuale si è ridotta al 10-15% rispetto al totale, segno che sono aumentati i nuovi appellanti, ovvero quelli che hanno avvertito per la prima volta il bisogno di essere ascoltati". A fil di voce, vengono raccontati problemi esistenziali, legati alla difficoltà di rapportarsi agli altri, ma anche la necessità di compagnia per affrontare la solitudine.
"Poi c’è il disagio psicologico – sottolinea Gatti – perché spesso le persone hanno il nostro numero da parte del loro psicologo o psichiatra, che quando sono in emergenza, perché il nostro servizio è un pronto soccorso emotivo: siamo lì quando serve". Nel 2022, nel centro di Milano sono arrivate quasi 6.000 chiamate (da tutta Italia), quello di Brescia circa 5.800, Busto Arsizio 4.300, Bergamo poco più di 4.200 e Mantova 3.235. La quota di maschi e femmine si equivale per quanto riguarda le telefonate, con una leggera maggioranza dei primi, mentre nei centri che hanno attivato anche WhatsApp si vede una preponderanza di donne nell’uso della chat (62% a Bergamo, 61% a Milano).
La messaggistica sembra essere preferita anche dai giovanissimi: il 3/4% di chi ha usato WhatsApp (sempre per i centri di Bergamo e Milano) è sotto i 14 anni, fascia che risulta totalmente assente per quanto riguarda le telefonate. La percentuale sale a circa il 20% tra i 15-18 anni, che rappresentano invece nemmeno il 2% di chi telefona. "I giovanissimi preferiscono chattare – commenta Gatti – questo cambia anche un po’ la modalità di approcci. La telefonata consente di percepire cosa sta provando l’altro, permette più empatia". L’aumento di richieste, comunque, evidenzia che c’è ancora bisogno di una voce amica quando tutto sembra andar storto. "Spesso la voce di uno sconosciuto è l’unica risorsa che le persone hanno al momento. Questo è l’aiuto che possiamo dare", conclude Gatti.