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Cronaca

Metropolitana Atm Milano, una telecamera sempre accesa sul macchinista nella cabina di guida: protesta contro i nuovi treni delle linee 1 e 3

Sono 46, prodotti da Hitachi e destinati alla M1 e alla M3. Per ora è arrivato il prototipo della cabina di guida: da qui la scoperta e la denuncia della Uiltrasporti

Il prototipo del nuovo treno della metropolitana Atm

Il prototipo del nuovo treno della metropolitana Atm

Milano – I treni veri e propri saranno consegnati ad Atm a partire da questo autunno. I primi inizieranno a circolare nella primavera del 2025, tra poco più di un anno. Due le linee alle quali sono destinati: la Metropolitana 1 e la Metropolitana 3.

Il riferimento è ai 46 convogli ordinati due anni fa ad Hitachi dall’Azienda di Foro Buonaparte. In questi giorni, però, Hitachi ha provveduto ad inviare alla stessa Atm un prototipo di quella che sarà la cabina di guida dei futuri treni della metropolitana milanese in modo che l’acquirente potesse testarne l’ergonomia e la funzionalità. Si tratta, infatti, di un modellino a grandezza naturale: ci si può entrare, ci si può sedere al posto di manovra, si può fare come se non si fosse dentro un prototipo. Tra coloro che sono stati invitati ad entrarvi e a testare la nuova cabina ci sono, come ovvio, anche i rappresentanti sindacali. E tra questi c’è chi ha finito col non gradire la visita. Motivo? A differenza di quanto accade sui treni attualmente in servizio lungo le linee sotterranee della città, nel posto di guida di quelli ordinati ad Hitachi c’è una telecamera. Un occhio elettronico fisso sul posto guida, puntato sul macchinista. Da qui la protesta.

A sollevarla è, in particolare, Roberto Errante, segretario regionale Tpl della Uiltrasporti: "La legge esclude la possibilità di installare impianti di videosorveglianza fissi sui luoghi di lavoro – spiega Errante – e questo, naturalmente, vale anche per le cabina di guida dei treni della metropolitana: un macchinista non può e non deve avere una telecamera che lo osservi durante tutto il turno di lavoro". Atm, ovviamente, ne fa una questione di sicurezza del personale e quindi dei passeggeri. "Ma questo ci sembra solo un pretesto – sottolinea ancora il sindacalista dell Uiltrasporti –. Dal punto di vista dello stato di salute del macchinista, i treni sono già dotati del dispositivo dell’uomo morto che entra in funzione nel caso in cui il conducente abbia un malore o non sia più vigile. Dal punto di vista della prevenzione di eventuali aggressioni ai macchinisti, non ci risulta che ne siano mai avvenute all’interno della cabina di guida dei treni che, a differenza di quella dei bus, è ben separata dal resto del treno. Nel posto guida dei bus la telecamera, da questo punto di vista, ha un senso, sui treni invece non ne ha. Se Atm vuole migliorare la sicurezza, pensi a rinforzare le porte di accesso alle cabine di guida, anche quelle dei treni. Ma, soprattutto, installi nuove telecamere di sorveglianza dove le aggressioni avvengono davvero e, quindi, dove possono rivelarsi utili a tutelare il personale: mi riferisco ai luoghi di lavoro dei dipendenti che svolgono le attività front line. Non ne preveda, invece, nelle cabine di guida dei treni".

Da Atm sottolineano che la scelta di attivare la telecamera "sarà lasciata alla discrezionalità del macchinista, che potrà valutare se la situazione ne richieda o no l’accensione: nessuna imposizione da parte dell’azienda". Una discrezionalità "senza senso" per i sindacati e che, anzi, può avere ripercussioni nel rapporto tra lavoratore e azienda.