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'Te Deum', il cardinal Scola al Trivulzio: "Risolvere problemi, nessuno vuole perderlo"

L'Arcivescovo ha fatto visita agli anziani ospiti nella celebre casa di riposo in difficoltà economiche, poi ha celebrato la Santa Messa nella chiesa di San Fedele

Il cardinale Angelo Scola al Pio Albergo Trivulzio

Milano, 31 dicembre 2015 - Nell'ultimo giorno dell'anno, il cardinale Angelo Scola si è recato, prima al Pio Albergo Trivulzio per fare visita agli anziani ospiti, e poi nella chiesa di San Fedele.

"Questa istituzione è così cara a Milano, così antica e così, starei per dire, curata dai milanesi a tal punto che è comprensibile che occupi sempre gli spazi della cronaca. Anche perché nessun uomo e nessun popolo vuole perdere le cose care", ha detto il cardinale di Milano dal pulpito della chiesetta della la celebre casa di riposo in difficoltà economiche. Il porporato è tra gli ammalati per il tradizionale 'Te Deum' di fine anno. "Tutti noi auspichiamo che" il Trivulzio "esca presto definitivamente dai suoi problemi. Facciamo questo augurio alle autorità qui presenti: possano affrontare la situazione delicata di questa realtà con successo e nel più breve tempo possibile", ha aggiunto il cardinale. Seduti ai primi banchi, tra gli altri, l'assessore al Welfare del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino, e il direttore generale del Trivulzio, Claudio Sileo.  Scola ha poi sottolineato "la generosità, la capacità di altruismo, di unificare e di costruire della città di Milano". E ancora: "Qui" al Trivulzio "si vede che una civiltà che si prende cura, veramente adeguata a questi tempi, per certi versi pieni di avventura e di fascino, non solo di contraddizioni e di tragedia, è una civiltà in vero progresso. Che non è garantito, perché i rischi di cadere nel peggio non sono pochi", ha concluso il cardinale.  "Eminenza, la sua presenza scandisce gli anni. L'istituto ha accompagnato per 245 anni la storia di Milano e ci auguriamo che possa continuare a farlo con sensibilità, professionalità e umanità". Così don Carlo Stucchi, cappellano rettore del Trivulzio, nel saluto all'inizio della cerimonia. Al termine della celebrazione, Scola ha stretto le mani e augurato "buon anno" alle decine di malati presenti e poi ha fatto una visita nei reparti della struttura.

Poco dopo, Scola si è diretto nella chiesa di San Fedele, dove ha celebrato la Santa Messa.  La speranza, il mistero del tempo che trova il suo senso nella fede, il martirio dei cristiani e la misericordia, tema centrale dell'anno giubilare, sono stati gli argomenti toccati dal cardinale nell'omelia. La celebrazione ha avuto il suo culmine nel canto del 'Te Deum', "una domanda sincera di salvezza", come ha spiegato l'arcivescovo.  Rivolgendosi ai fedeli, Scola ha parlato della circoncisione di Gesù, soffermandosi sul compimento delle promesse dell'Antico testamento e sull'inizio del Nuovo. Il cardinale ha quindi citato Charles Péguy e la sua definizione della speranza come una "bambina irriducibile", evidenziando l'importanza di questa virtù "che trascina tutto". Parlando del martirio, ha quindi ricordato che "non c'è traccia di sentimentale ingenuità, tantomeno di oppiacea ideologia nella fede cristiana", sottolineando come il 'Te Deum' non sia dunque "un gesto a-critico".