
Taxi (Ansa)
Milano, 24 giugno 2015 - La sperimentazione è iniziata un mese fa. E negli ultimi giorni si è ampliata, coinvolgendo fino a 5 conducenti per ogni associazione di categoria. Un centinaio di padroncini in campo per fare il tagliando a «Milano In Taxi», il numero unico comunale sviluppato da Fastweb e tuttora in fase di test. Aspettando la partenza, probabilmente dopo l’estate. Ieri mattina i dirigenti del colosso delle telecomunicazioni – vincitore del bando indetto per realizzare e gestire il software – ne hanno illustrato il funzionamento ai rappresentanti sindacali. In poche parole, il sistema informatico prevede la gestione delle chiamate attraverso tre canali: il telefono (02.7777), un’app per sistemi IoS e Android e un sito internet dedicato. Il servizio – che di fatto rimpiazzerà le vecchie colonnine ai parcheggi – riceve le richieste dei potenziali passeggeri e poi le smista ai conducenti a seconda della posizione: privilegiato chi è più vicino al cliente, e così a scalare fino a trovare un veicolo disponibile. Prima domanda: cosa si fa se mancano macchine nell’area virtuale di competenza (ce ne sono 166) e in quelle limitrofe? Il software suggerisce all’utente di rivolgersi ai radiotaxi, con assegnazione della corsa a rotazione.
Altro quesito: e se non va a buon fine il riconoscimento vocale dell’indirizzo (può capitare coi nomi stranieri)? In questo caso, il sistema invita l’utente a contattare l’899.94.93.94 di Fastweb, al costo di 1,01 euro. Passaggio che non convince proprio i rappresentanti di alcune sigle, anche se l’azienda ha assicurato che il software ha fatto il suo lavoro in più del 90% dei casi su 10mila test. Non basta. Sì, perché sono tanti i dubbi dei conducenti. A cominciare dal fatto che l’app non prende in considerazione le preferenziali né prevede il meccanismo del libero/occupato introdotto dai radiotaxi per avere il controllo dei tassametri degli associati. Senza contare che, secondo qualcuno, il fatto che le microzone individuate da Fastweb per dividere virtualmente la metropoli non corrispondano esattamente ai luoghi in cui erano ubicate le colonnine potrebbe esporre il sistema a un nuovo ricorso da parte di chi ne ha già fatto uno, vale a dire i radiotaxi. In ogni caso, precisa Silla Mattiazzi, «si tratta di un grande passo avanti per la categoria, anche se il software va ottimizzato». Aggiunge Marco Bonelli di Federtaxi: «Valuteremo se la app risponda alle leggi vigenti e in particolare al regolamento comunale».
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