Tasse giudiziarie online, rivolta dei tabaccai intorno al Tribunale: "Così siamo rovinati"

La protesta parte da Milano: si è dimezzato il valore della nostra attività senza indennizzo. Obbligatorio il pagamento digitale dei “contributi unificati“ per i vari atti

Una protesta dei tabaccai

Una protesta dei tabaccai

Parte da Milano la protesta dei tabaccai vicino ai tribunali, sul piede di guerra contro i pagamenti digitali del contributo unificato (ossia la tassazione per le spese degli atti giudiziari) e la "dematerializzazione" delle marche da bollo. Il pagamento telematico del contributo unificato è stato reso obbligatorio per la prima volta dalla normativa emergenziale del Covid e poi prorogato. In particolare, il decreto legislativo 149/22, il provvedimento che attua la riforma del processo civile, ha previsto l’obbligatorietà per i procedimenti davanti al giudice ordinario dallo scorso primo gennaio.

Il perimetro si allargherà fra qualche giorno anche alle cause dinanzi al giudice di pace di Milano: "Dal primo marzo 2023, il contributo unificato dovrà essere corrisposto mediante pagamento telematico. Allo stesso modo, dal 1° marzo 2023, il diritto di anticipazione forfettaria, il diritto di copia, il diritto di certificazione e le spese per le notifiche a richiesta dell’ufficio dovranno essere corrisposte unicamente mediante il pagamento telematico PagoPa" si legge in una news dell’ufficio del giudice di pace di Milano.

«In pratica, prima gli avvocati si recavano dai tabaccai per pagare queste imposte per le spese degli atti giudiziari. Adesso invece devono accedere alla piattaforma telematica. Il risultato è una perdita secca per l’intera categoria dei tabaccai, il dimezzamento del valore dell’attività, senza alcun indennizzo da parte dello stato" spiega Paolo Panzeri, 42 anni, gestore del bar tabacchi Maramao di via Santa Barbara. Panzeri ha riunito il grido di dolore di una cinquantina di colleghi creando un gruppo su WhatsApp con l’intenzione di sensibilizzare l’opinione pubblica nelle prossime settimane mobilitando le tabaccherie vicino ai tribunali coinvolte: "Lo stato ha preso questa decisione senza interpellarci. Non si è mai riunito alcun tavolo di confronto, abbiamo dovuto subire il provvedimento" precisa Panzeri.

Il giro d’affari legato ai contributi unificati non è secondario: "La mia tabaccheria è passata dall’introitare, tra marche e contributi unificati, 250mila euro a circa 60mila euro al mese. Se parliamo delle tre tabaccherie vicino al Tribunale il conto supera un milione di euro. La nostra provvigione è intorno al 4/5%, quindi la perdita di utile si aggira per quel che mi riguarda attorno a circa 100mila euro all’anno. E non solo: le attività hanno dimezzato il loro valore. Quando l’ho acquistata nove anni fa attraverso un mutuo la mia tabaccheria valeva 520mila euro: oggi neanche 250mila euro".

Secondo Panzeri, il pagamento digitale non è neppure conveniente: "Il contributo per il nostro margine è rimasto, in più si deve pagare una commissione alla banca. Senza contare le difficoltà dal momento che non tutti sono avvezzi al digitale". E non c’è solo la questione del contributo unificato: "Anche le marche da bollo si stanno "smaterializzando". Quella da 16 euro che serve per iscriversi alla scuola guida si paga su una piattaforma complicatissima. C’è una grande confusione per quanto riguarda le marche da bollo per i servizi funebri, sempre da 16 euro: ci sono pompe funebri che dicono che vale solo il pagamento digitale, altre le acquistano ancora dal tabaccaio…".

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