Tangenti in Lombardia, Tribunale del Riesame scarcera e concede i domiciliari a Tatarella

I legali dell'ex consigliere comunale forzista di Milano: "Non è stato corrotto, accusa da riqualificare in traffico illecito di influenze"

Pietro Tatarella

Pietro Tatarella

Milano, 22 agosto 2018 - Il Tribunale del Riesame di Milano ha scarcerato e disposto i domiciliari per Pietro Tatarella. L'ex consigliere comunale milanese di Forza Italia e candidato alle elezioni Europee, secondo il Tribunale del Riesame di Milano non deve stare nel carcere di Busto Arsizio ( Varese), dove si trovava dopo essere stato trasferito da quello di Opera, ma può tornare a casa dove sarà ristretto agli arresti domiciliari. Tatarellla è stato travolto dall'inchiesta sulle tangenti in Lombardia, con le accuse di associazione a delinquere, corruzione e finanziamento illecito dei partiti. Era stato arrestato il 7 maggio scorso durante un blitz della Dda che aveva portato all'attuazione di 43 misure cautelari. Dopo l'arresto, Tatarella si era dimesso dal suo incarico di consigliere comunale, ma i legali avevano continuato a contestare l'accusa di corruzione e, di conseguenza, la necessità della misura della custodia cautelare in carcere.

Questa mattina si era tenuta l'udienza durante la quale l'avvocato Nadia Alecci aveva chiesto la scarcerazione dell'assistito, "o in subordine gli arresti domiciliari", perché Tatarella non sarebbe stato corrotto da Daniele D'Alfonso, l'imprenditore del settore rifiuti e bonifiche ambientali della Ecol-Service. Il reato di corruzione "non esiste e al massimo si può contestate un traffico di influenze illecite", aveva spiegato Alecci. Nell'istanza di scarcerazione, oltre ad indicare le ragioni per cui non si può contestare la corruzione al politico, i legali Alecci e Giuliano avevano spiegato che Tatarella il 14 agosto è stato trasferito "senza alcun avviso formale" e "inspiegabilmente" dal carcere di Opera a quello di Busto Arsizio e "di nuovo inserito in un contesto con limitate ore d'aria quotidiane e con ridotte possibilità di momenti di svago e socialità". E la sua "psiche già minata da 4 mesi" di carcere viene messa "ancor più a dura prova" con questa "decisione". "Il carcere è durissimo per tutti, speriamo almeno nei domiciliari", aveva concluso il legale. 

All'udienza era presente lo stesso Tatarella, che ha fatto una breve dichiarazione e di fronte ai giudici ha ribadito la propria innocenza: "Non ho mai creduto ad alcun complotto politico, è una vicenda che mi è capitata e ho scelto di difendermi nelle sedi opportune, mi sono dimesso per separare le questioni istituzionali e politiche da quelle giudiziarie". La difesa del politico puntava ad ottenere la scarcerazione con un ricorso contro un'ordinanza del gip Raffaella Mascarino che aveva bocciato a luglio un'istanza di revoca della misura cautelare, presentata dai difensori dopo un interrogatorio dell'arrestato davanti ai pm. Già nei mesi scorsi il Riesame aveva respinto una richiesta di scarcerare Tatarella.

Hanno accolto con entusiasmo la scarcerazione gli esponenti di Forza Italia Lombardi. Primo su tutti il coordinatore Massimiliano Salini: "Quello che è successo in questi tre mesi a Pietro Tatarella è stata una ingiustizia. Siamo sollevati che il riesame oggi abbia concesso i domiciliari e siamo convinti che saprà dimostrare la sua estraneità ai fatti. Noi di Forza Italia rimaniamo garantisti: in uno stato di diritto nessuno deve essere privato in questo modo della propria liberta senza chiare e comprovate motivazioni. Ora Pietro potrà finalmente abbracciare suo figlio e sua moglie". Dello stesso avviso Gianluca Comazzi, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale lombardo: "La scarcerazione di Pietro Tatarella e la disposizione degli arresti domiciliari è una buona notizia. Ora Pietro potrà tornare a casa e riabbracciare la sua famiglia. Ho fiducia nella giustizia e sono sicuro che tutto verrà chiarito al più presto; ricordiamo sempre che in Italia si è innocenti fino al terzo grado di giudizio".

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