Tangenti in Lombardia, interrogato Tatarella: "Soldi da imprenditore per consulenze"

La versione difensiva resa oggi dall'ormai ex consigliere comunale milanese di FI, non ha convinto gli inquirenti

Pietro Tatarella

Pietro Tatarella

Milano, 25 giugno 2019 - Veniva pagato dall'imprenditore della Ecol-Service, Daniele D'Alfonso, per la sua reale "attività di consulenza" in campo ambientale, tecnologico e nel settore fieristico e il pagamento di quei lavori sarebbe stato documentato con fatture a lui inviate via mail. Così si è difeso, in sostanza, Pietro Tatarella, l'ormai ex consigliere comunale milanese di FI finito in carcere il 7 maggio nel maxi blitz della Dda milanese su un giro di tangenti, appalti e nomine pilotate e finanziamenti illeciti, interrogato oggi per poco più di tre ore dai pm.

Il faccia a faccia con la procura si è svolto tra le 10.30 e le 14. Stando alla versione della difesa il consigliere comunale svolgeva una regolare attività professionale e non era un "procacciatore d'affari o lobbista" come invece è stato rappresentato nelle indagini; di queste attività, secondo la difesa esistono prove documentali, ovvero fatture inviate a Tatarella, in qualità di consulente, via mail, dall'azienda. Le dichiarazioni fornite davanti al magistrato però non avrebbero del tutto convinto l'accusa, che rimane sicura in primis del fatto che, in quanto amministratore pubblico e membro della commissione consiliare in Comune, Tatarella avrebbe dovuto vigilare e segnalare una gestione sospetta negli appalti.

Non sono giustificabili - ad avviso dei titolari delle indagini - in ogni caso i versamenti regolari a fronte di una prestazione senza l'ottenimento di un risultato. I magistrati rimangono convinti che in realtà la consulenza da 5mila euro al mese, percepiti negli ultimi due anni circa, e sicuramente durante tutto il corso delle indagini, servissero a mantenere Tatarella come figura 'a disposizione' degli imprenditori per avere agevolazioni nell'ottenimento degli appalti. Quanto ai 20mila raccolti per un'iniziativa elettorale durante la sua campagna per le politiche, che gli sono stati contestati come elemento di corruzione, Tatarella avrebbe dichiarato di averli raccolti per sè. Ma anche in questo caso, la sua versione cozza con l'idea dell'accusa, convinta che in realtà fossero destinati alla campagna elettorale dell'altro delfino di Forza Italia, Fabio Altitonante, sicuro di essere eletto in Regione nella stessa tornata, e attualmente agli arresti domiciliari.

E al momento non è prevista alcuna istanza di revoca dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere che risale allo scorso 7 maggio e nemmeno sarebbe stato fissato un nuovo interrogatorio. Nel frattempo, i pm sono pronti a chiedere, anche prima della pausa estiva, il processo con rito immediato per tutte le persone arrestate, mentre la settimana prossima sarà interrogato l'ex assessore di Gallarate (Varese) Alessandro Petrone e dovrebbero essere sentiti nuovamente Alberto Bilardo, ex segretario di FI a Gallarate, e lo stesso D'Alfonso. 

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