
di Nicola Palma
L’eroina sta conquistando quote di mercato via via più consistenti. Il prodotto che arriva su piazza è sempre più “tagliato“ e a prezzi convenienti (anche con 20 euro si può acquistare una dose), per consumatori che molto spesso non la assumono con una siringa bensì la fumano o la strofinano sulle gengive. L’illusione di chi ne fa uso, ragionano gli esperti, è quella di poterne governare l’utilizzo a piacimento, allontanando da sé l’immagine del “tossico“ alla continua e disperata ricerca della razione quotidiana.
In realtà, mettono in guardia gli investigatori, non è affatto così: l’eroina provoca assuefazione come e più di altre droghe e ti trascina fatalmente in un tunnel pericolosissimo; prova ne sono i 37 decessi del 2019 in Lombardia (dato più alto dell’ultimo decennio) e l’ultimo caso di overdose a Milano, quello della manager di banca di 34 anni morta lunedì notte nel suo appartamento in via Giambellino 141. Il fenomeno viene quindi monitorato con la massima attenzione dalle forze dell’ordine, anche perché lo smantellamento del boschetto di Rogoredo, restituito alla città nel 2019 dopo anni di abbandono, ha sì cancellato dalla mappa un punto di riferimento per migliaia di tossicodipendenti, ma ha anche comportato la creazione di tante mini-piazze di spaccio dove gli eroinomani continuano a rifornirsi con regolarità (da Ponte Lambro a Brenta, fino a Scalo Romana). Molti di questi avamposti erano foraggiati dai due marocchini arrestati martedì dagli agenti della Squadra mobile. I trafficanti K.D., 30 anni, e M.A., 51, avevano messo in piedi un vero e proprio laboratorio per la raffinazione della “nera“ in un box di via Gandhi, a due passi dal Cimitero Maggiore, ed erano in grado di movimentare decine di chili al mese. Le indagini degli agenti della Narcotici, coordinati dal dirigente Marco Calì e dal funzionario Domenico Balsamo, sono partite da una segnalazione che parlava di uno strano viavai in quello stabile in zona Quarto Oggiaro e di un persistente odore di sostanze chimiche. Seguendo i movimenti dei due nordafricani e di una Ford Fusion parcheggiata in zona Segrate, l’altro giorno i poliziotti hanno assistito in tempo reale al passaggio di un borsone dal bagagliaio dell’utilitaria all’abitacolo di una Bmw: prima che il trasbordo venisse completato, gli investigatori in borghese sono riusciti a bloccare uno dei trafficanti e a sequestrare 8 chili di eroina e poco più di mille euro in contanti, fermando poi il secondo al termine di un rocambolesco inseguimento.
Quindi è scattata la perquisizione nel garage di via Gandhi: lì sono stati trovati 240 chili di paracetamolo e caffeina stipati in undici fusti di metallo, altri 14 chili di sostanza da taglio non ancora identificata, 42 bottiglie di solventi chimici, sei frullatori e una bilancia.