Viti incollate al posto delle lancette, la sveglia-bomba dell’eco-terrorista

Le carte dell’indagine sul l’anarchico Federico Buono. Le intercettazioni: "In Messico sono più organizzati"

L’anarchico quarantacinquenne Federico Buono è stato arrestato a Torino

L’anarchico quarantacinquenne Federico Buono è stato arrestato a Torino

Via il coperchio. Via le lancette dei minuti e dei secondi. Al loro posto una vite incollata in corrispondenza del numero 3 del quadrante. Così Federico Buono aveva trasformato una comune sveglia in un ordigno artigianale, che, nell’ipotesi degli investigatori che due giorni fa l’hanno arrestato con l’accusa di terrorismo internazionale, avrebbe dovuto essere innescato da un circuito elettrico collegato a una lampadina. La deflagrazione sarebbe stata resa ancor più devastante dall’utilizzo di chiodi e magnesio, così da creare più danni possibile.

Quella bomba fai-da-te, costruita nella mansarda di uno stabile in una zona semi-centrale di Torino, è una delle prove che, stando alle indagini degli agenti della Digos di Milano, depongono a favore del fatto che già nel 2020 l’eco-anarchico era pronto a passare all’azione. E del resto fu lui stesso, nel febbraio di tre anni fa, a esplicitare il concetto conversando sulla chat disroot.org con altri quattro presunti esponenti dell’organizzazione terroristica messicana Its, acronimo che sta per "Individualisti tendenti al selvaggio": "Ora è tempo di fare qualcosa. Non solo parole. Vorrei provare a costruire un’arma o una bomba per insegnare agli altri...". E ancora: "Ho tutto... ora faccio le mie prove. Abbandoniamo la chat", il messaggio scritto alle 21.23 del 19 febbraio 2020, dopo aver acquistato ciò di cui aveva bisogno in un punto vendita di Leroy Merlin e nei mercati rionali di Porta Palazzo e corso Racconigi. Non solo. Negli atti dell’inchiesta sul quarantacinquenne, che aveva abbracciato la causa anti-sistema degli "Individualisti tendenti al selvaggio", spuntano pure le trascrizioni di inquietanti soliloqui e di telefonate altrettanto indicative della sua personalità nichilista e misantropa (Misanthrope K era non a caso il nome che aveva dato alla cellula italiana di cui era l’unico componente).

In una conversazione con un altro anarchico torinese, captata dalla polizia, Buono delinea le differenze tra Italia e Messico dal punto di vista criminale, esaltando, a suo dire, la spietatezza dei criminali dello Stato centramericano rispetto ai mafiosi nostrani: "Cioè là si mangiano le persone... ma veramente se le mangiano... sono mica... il norvegse non so cosa potrebbe fare in questo... se si accorge di questo. In Messico sono più organizzati... perché là veramente gli Stati non esistono... Esiste lo Stato del Messico e Messico City, ma il resto è in mano a questi clan. Sono troppo potenti... no, si dicono due anni durano. O finisci in galera o finisci a pezzi, una delle due cose". Di più: "In Messico proprio la violenza è normale. Anche negli Stati c’è violenza comunque, però non è così estrema. Non potrebbe... infatti dicevo a sto tipo messicano: in Italia te non puoi mettere un tipo attaccato con la corda al ponte, non puoi, con su scritto “questi siamo noi, l’abbiamo ammazzato noi perché ha fatto delle infamate...”. Gli ho detto: in Italia la mafia non è così. Si taglierebbe le p., si taglierebbe la possibilità di gestire il proprio traffico. Invece lui credeva che fosse uguale in Italia. Non è uguale, è diverso".

Dopo il «no» all’arresto , deciso dal gip di Milano il 2 settembre 2020 con contestuale trasmissione degli atti al Tribunale di Torino per competenza territoriale, le indagini sono andate avanti, continuando a monitorare i movimenti di Buono: come la mattina del 24 aprile 2021, quando si è fermato davanti al Palazzo di Giustizia del capoluogo piemontese per fotografare gli ingressi dell’edificio. Un potenziale obiettivo, per i magistrati.

 

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