Il Tribunale ha revocato l’amministrazione giudiziaria, disposta il 3 aprile dello scorso anno, nei confronti della Giorgio Armani Operations spa. La misura di prevenzione era stata disposta nell’ambito dell’inchiesta della Procura con al centro la catena produttiva della società del gruppo della moda: dagli accertamenti era risultato che, per la realizzazione di borse e cinture, si era rivolta ad aziende appaltatrici le quali a loro volta avrebbero subappaltato il lavoro ad opifici abusivi di titolari cinesi, indagati per caporalato. Come si legge in una nota del presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia, la società "con l’ausilio dei suoi legali e consulenti, operando in sinergia con l’amministratore giudiziario, ha saputo reagire nel modo corretto", facendo del provvedimento "un’occasione di miglioramento e rinnovamento, riscoprendo e adottando iniziative importanti nella prospettiva di prevenire il ripetersi di fenomeni" come quelli che sono stati ricostruiti dai pm Paolo Storari e Luisa Baima Bollone. Giorgio Armani Operations "accoglie con soddisfazione il pronunciamento del Tribunale - si legge in una nota della società - che precisa: la revoca è giunta in anticipo rispetto al termine di un anno inizialmente previsto. La misura preventiva era stata decisa a causa dei comportamenti di due tra i numerosi fornitori impiegati dalla società i quali, oltre a violare il codice etico dell’azienda, hanno tradito i valori fondanti del Gruppo Armani".
CronacaSubappalto abusivo nell’azienda Armani. Revocata l’amministrazione giudiziaria