Tre anni fa la scomparsa di tre sub milanesi in Indonesia, ancora tanti punti oscuri

I familiari: fidatevi solo di guide esperte

Michela Caresani aveva 33 anni al momento  della scomparsa Sopra il suo fidanzato Daniele Buresta durante una delle tante immersioni di gruppo

Michela Caresani aveva 33 anni al momento della scomparsa Sopra il suo fidanzato Daniele Buresta durante una delle tante immersioni di gruppo

Milano, 15 agosto 2018 - Inghiotti dal mare tre anni fa mentre erano in vacanza all’isola di Sangalaki nel Borneo, nell’est dell’Indonesia. Mai più ritrovati. Non una pinna, non una maschera affiorata in superficie nonostante le ricerche con navi ed elicotteri siano andate avanti per settimane nel raggio di diversi chilometri scandagliando fondali e lembi di terra. Oggi è il terzo anniversario della scomparsa dei tre sub milanesi Daniele Buresta, 36 anni, Alberto Mastrogiuseppe, coetaneo, e della sua fidanzata Michela Caresani, 33, dichiarati morti un anno fa in Indonesia, a due anni dalla disgrazia. Dispersa anche una ragazza belga di 29 anni, Vana Chris Vanpuyvelde. Alle famiglie resta il dolore, «intenso come allora». E il desiderio di «sapere la verità». Lo dice Claudia Mastrogiuseppe, sorella di Alberto. «Per il terzo anno ci ritroviamo a commemorare la scomparsa dei nostri cari e ognuno lo fa a suo modo. Io e la mia famiglia ricorderemo Alberto nella preghiera, durante una messa in campagna». Il giorno di Ferragosto del 2015 la loro vacanza a Sangalaki era agli sgoccioli: tutti sub esperti, avevano deciso di terminare l’esperienza con un’ultima immersione. Presente anche Valeria Baffè, fidanzata di Daniele, oggi 37enne, che era rimasta a pelo d’acqua per praticare snorkeling (consiste nell’osservare il fondale dalla superficie, con maschera e boccaglio). Rientrata sana e salva. Cosa sia successo ai quattro ragazzi resta un mistero. L’allarme, la sera del 15 agosto 2015, era scattato quando il conducente del motoscafo che aveva portato il gruppo in mare non aveva visto riemergere nessuno all’orario concordato. Individuata in un secondo momento la guida che aveva accompagnato gli altri quattro ragazzi. Era stata ritenuta «negligente», ricorda Mastrogiuseppe, perché, «stando alle sue dichiarazioni, avrebbe lasciato i ragazzi da soli, tornando indietro senza sapere dove fossero. Non sono mai stati chiariti i nostri dubbi, legati a orari che non combaciano e al fatto che non sia mai emerso nulla di riconducibile ai quattro dispersi. Ora le autorità locali stanno ancora facendo accertamenti. Ci auguriamo potranno esserci sviluppi».

Restando sulla figura della guida: sul suo profilo Instagram si legge “guide diving”. Seguono foto scattate sott’acqua. Continua ad accompagnare turisti? «Attenzione – il consiglio di Mastrogiuseppe – a chi ci si affida. Se si vuol fare un’immersione, fidarsi solo di chi ha un Padi, brevetto subacqueo, e di centri autorizzati, meglio se legati a grosse strutture turistiche. È vero che può succedere di tutto (ho i brividi guardando le immagini del ponte crollato a Genova) ma tante volte bastano piccoli accorgimenti per evitare guai, soprattutto in vacanza, quando più che in altri momenti si tende ad agire con superficialità».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro