
Un momento di una vacanza a Venezia della famiglia sterminata a Paderno Dugnano
Milano, 6 maggio 2025 – È stato fissato per il 15 maggio, davanti alla giudice Paola Ghezzi del Tribunale per i minorenni di Milano, il processo abbreviato a carico di Riccardo Chiarioni, che a 17 anni uccise con 108 coltellate il padre, la madre e il fratello di 12 anni nella loro villetta a Paderno Dugnano, nel Milanese, nella notte tra il 31 agosto e il primo settembre scorso.

La perizia
Una perizia in incidente probatorio di Franco Martelli, specialista in psichiatria e in criminologia clinica, discussa in udienza il 4 aprile, ha stabilito che il ragazzo (ora ha 18 anni) era parzialmente incapace di intendere e di volere quando sterminò la famiglia, dopo che a casa quella sera c'era stata la festa per il compleanno del papà.

Mondo irreale
Esiti confermati davanti alla gip Laura Margherita Pietrasanta e pure ai consulenti dei pm Sabrina Ditaranto ed Elisa Salatino e della difesa, col legale Amedeo Rizza. E con la necessità evidenziata di cure specifiche. Il 17enne, stando a quanto riportato nell'accertamento psichiatrico, viveva tra realtà e “fantasia”, voleva rifugiarsi in un mondo fantastico, che lui chiamava della "immortalità", e per raggiungerlo nella sua mente era convinto di doversi liberare di tutti gli affetti.
Per il consulente della difesa, lo psichiatra Marco Mollica, il ragazzo era totalmente incapace di intendere e volere. Per i consulenti della Procura per i minorenni, invece, non è emerso alcun vizio di mente tale da influire sulla capacità del giovane al momenti dei fatti.

Cosa rischia
Teoricamente, per la contestazione di omicidio aggravato anche dalla premeditazione il ragazzo potrebbe rischiare una pena attorno ai 20 anni o anche superiore, ma si dovrà tenere conto nel caso dello sconto del rito abbreviato, delle eventuali attenuanti e soprattutto del vizio parziale di mente, accertato dal perito.