"Abbiamo indetto questo sciopero con urgenza per un ulteriore ritardo sugli stipendi. Il 9 pomeriggio eravamo al ministero, abbiamo fatto presente che le spettanze sono la priorità assoluta e solo 24 ore dopo l’azienda comunica l’ennesimo posticipo". I dipendenti di Siae Microelettronica riceveranno la mensilità con 17 giorni di ritardo, 7 in più dei 10 già annunciati. Un altro segno della profonda crisi che sta vivendo ormai da un anno l’azienda di via Buonarroti, dove potrebbero restare a casa 220 lavoratori. Nessun piano di rilancio, nessun ingresso nella compagine societaria, nessuna vendita della controllata SM Optics. "Al tavolo ministeriale la proprietà ha mostrato velocemente delle slide, mentre tutti aspettavamo il piano industriale atteso da mesi - racconta Giorgio Pontarollo della Fiom Milano -. Non siamo disponibili a un’operazione esclusivamente finanziaria per pagare l’ingresso dei cinesi nel gruppo o per riempire la cassa della famiglia Mascetti". A oggi restano confermati i 140 esuberi - che potrebbero scendere a 120 - ma si aggiungono quelli di SM Optics.
"La vendita a una società francese, che doveva essere conclusa a dicembre, è ancora in corso - spiega Andrea Arosio, assessore alle Attività Produttive, presente al presidio di ieri e al tavolo ministeriale -. È stato sempre detto che sarebbero stati salvati tutti i 120 addetti. Ora pare che solo 40 passeranno da Siae ai francesi. Resta poi l’incognita sulla delocalizzazione del comparto manifatturiero". La.La.