Stem, l’emergenza nelle aziende: "Migliaia di posti scoperti. Più corsi, ma mancano formatori"

Competenze scientifiche e tecnologiche sempre più richieste. I centri per l’impiego si riorganizzano. Il grande gap che parte dalla scuola: appelli a vuoto, in dieci anni immatricolati cresciuti solo dell’1%. .

Stem, l’emergenza nelle aziende: "Migliaia di posti scoperti. Più corsi, ma mancano formatori"

Stem, l’emergenza nelle aziende: "Migliaia di posti scoperti. Più corsi, ma mancano formatori"

La carenza di personale con competenze Stem, non solo con alte specializzazioni in campo tecnico e scientifico ma anche a livelli più bassi, sta assumendo i contorni di "un’emergenza" per le aziende milanese e lombarde "dei settori più disparati". E anche il sistema della formazione fa fatica a soddisfare le richieste e le esigenze di un mondo del lavoro in costante evoluzione, alle prese con la riconversione digitale e la sfida dell’intelligenza artificiale. Nell’era dell’iperconnessione e dei social, c’è un bacino di lavoratori privi anche delle più elementari nozioni di informatica, che consentono di usare i programmi base. Dall’altra parte le aziende richiedono competenze sempre più specifiche e trasversali.

"Siamo in una fase di emergenza – spiega Maurizio Del Conte, docente della Bocconi e presidente di Afol Met, a capo dei centri per l’impiego nella Città metropolitana –. Un buon livello di educazione digitale è considerato sempre più essenziale anche per professioni non Stem, come ad esempio il settore del credito. I nostri corsi sono full e facciamo fatica a trovare formatori in questo campo. Per soddisfare le richieste che ci arrivano dovremmo raddoppiare l’offerta di corsi, cosa che al momento non è possibile per una questione di risorse". Si cerca quindi di “modernizzare“ e rimodulare, in chiave digitale, anche i corsi più tradizionali erogati da Afol, cercando di fornire quelle competenze richieste dal mercato del lavoro. Guardando i dati “macro“, riportati da Assotelecomunicazioni, nella Ue ci sono 3,9 milioni di posti di lavoro a disposizione per chi ha competenze Stem, con percorsi di studi scientifico-tecnologici (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). Restringendo il campo alla Lombardia, sui portali specializzati fioccano le offerte di lavoro per "neolaureati Stem", dalle multinazionali alle Pmi, fino alle startup.

Il problema, come sempre, parte dalla scuola. Mentre le competenze Stem sono sempre più importanti per affrontare le grandi sfide globali, il numero di iscritti a corsi di laurea scientifico-tecnologici non cresce: in dieci anni la percentuale di immatricolati Stem è salita solo di un punto percentuale, secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Stem promosso da Fondazione Deloitte. E il gender gap non si è ancora chiuso: sul totale degli iscritti a percorsi d’istruzione terziaria (Università, Istituzioni dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica e Istituti Tecnici Superiori) le donne Stem sono solo il 10%. "La scarsa conoscenza delle discipline Stem e delle opportunità educative e professionali in questo ambito continuano a determinare una scarsa affluenza verso percorsi tecnico-scientifici nel nostro Paese – ha spiegato Fabio Pompei, Ceo di Deloitte Central-Mediterranean –. Inoltre, emerge chiaramente la persistenza di barriere di genere e socioeconomiche che precludono gli studi o le carriere in ambito Stem".

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