Anziana uccisa e sepolta nel bosco: il figlio resta in silenzio, ma valuta il ricorso al Riesame

Stefano Garini, interrogato dal gip, si è avvalso della facoltà di non rispondere. I resti di Liliana Agnani furono scoperti nell’ottobre del 2022 in un’area lungo il Ticino

Liliana Agnani, 90 anni, residente alla Barona, con il figlio Stefano Garini, 62

Liliana Agnani, 90 anni, residente alla Barona, con il figlio Stefano Garini, 62

Milano, 6 marzo 2023 – È rimasto in silenzio davanti al gip, pronto a chiedergli conto delle gravissime accuse che gli sono rivolte. Stefano Emilio Garini, 62 anni, arrestato venerdì nella sua abitazione milanese per l’omicidio della madre Liliana Agnani, i cui resti vennero trovati in un bosco del Novarese, si è avvalso della facoltà di non rispondere con il giudice Niccolò Bencini, davanti al quale era comparso per l’interrogatorio di garanzia. 

Starebbe comunque valutando una mossa difensiva, insieme al suo avvocato. L’intenzione sarebbe presentare ricorso al tribunale del Riesame contro l’ordinanza di custodia cautelare in carcere che gli è stata notificata settimana scorsa, al termine di un’indagine complessa, iniziata nell’ottobre del 2022, quando in una frazione nelle campagne novaresi furono trovate ossa e una protesi perfettamente conservata fra i resti.

Quel dispositivo, accertarono i carabinieri ricostruendo la filiera di produzione e assegnazione, era stato impiantato nella colonna vertebrale di Liliana Agnani. Da questa scoperta si avviò la seconda parte dell’inchiesta, che portò a incastrare il figlio Stefano Garini, il cui castello di bugie cadde in fretta a fronte delle contestazioni avanzate dagli inquirenti.

La tesi è che Garini – il quale avrebbe continuato a intascare la pensione della madre anche dopo il decesso – abbia ucciso perché “stanco” di assistere Liliana. La cura dell’anziana genitrice gli avrebbe sottratto troppo tempo, anche a fronte della relazione appena avviata con una brasiliana residente a Torino. Da qui la decisione di assassinare la donna, portandola in un bosco nella zona del fiume Ticino, e successivamente di sezionarne il corpo, spargendo i pezzi qua e là nella vegetazione. Una ricostruzione che l’uomo, sospettato addirittura di aver organizzato una messa in suffragio della madre, è stato chiamato oggi ad avvalorare, senza che le richiesta abbia avuto però successo, data la sua scelta di non parlare con il gip.