Stalking digitale in crescita: come contrastarlo

Ruben

Razzante*

La violenza domestica è cresciuta di molto durante la pandemia e, con essa, anche quella digitale. I dati sui reati on-line destano allarme e sollecitano le istituzioni e le famiglie a non abbassare la guardia. Ma non ci sono solo i fenomeni ben noti di cyberbullismo e revenge porn a turbare il sonno degli utenti web e social, soprattutto giovani. Si affacciano tristemente all’orizzonte anche i cosiddetti stalkerware nelle relazioni abusive, vale a dire quei software che consentono di spiare la vita privata di una persona attraverso un dispositivo smart, dal cellulare ai dispositivi della casa connessa. Secondo uno studio di Kaspersky, 32.000 utenti mobili in tutto il mondo hanno dovuto fare i conti con questa ennesima minaccia. E l’Italia è al secondo posto in Europa e all’undicesimo a livello mondiale, con ben 611 casi registrati, in calo rispetto agli scorsi anni, ma sempre numerosi. Situazione ancora più preoccupante sembra esserci in Germania, dove l’uso delle tecnologie per esercitare un controllo coercitivo appare in crescita. Le cifre, apparentemente basse non devono trarre in inganno. L’uso di stalkerware a livello mondiale sta dilagando e una stima approssimativa della Coalition against stalkerware parla di un milione di casi all’anno. L’11% degli italiani ha confermato di essere stato vittima di stalking digitale, mentre il 13% ha dichiarato di aver subito violenza o abusi da parte del proprio partner. Si nota, quindi, un collegamento tra violenza on-line e violenza off-line. I possibili rimedi anti-stalkerware sono di natura tecnologica e culturale. Il progetto DeStalk, dell’Unione europea, mira a formare i professionisti dei servizi di assistenza alle vittime e a sensibilizzare le istituzioni. Kaspersky ha sviluppato uno strumento gratuito per scoprire tempestivamente la presenza di stalkerware sul dispositivo della vittima, senza che l’aggressore se ne accorga. *Docente di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica

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