NICOLA PALMA
Cronaca

Milano, stalker arrestato dopo la videominaccia all’ex con una pistola

"È vuota ma la carica costa più di te". Il blitz in un locale di via Friuli e il setto nasale fratturato: sei mia o di nessuno

Una pistola puntata contro la ex

Una videominaccia come regalo di San Valentino. L’ex fidanzato sdraiato sul letto con la scatola di cioccolatini che lei ha rifiutato poco prima e una pistola in mano: "È vuota, ma la carica costa più di te", la frase in arabo. Poi il raid, tre mesi dopo, in un locale di Porta Romana, che costerà alla donna la frattura delle ossa nasali. Lo stalker che ritorna ostinato, sempre più violento, nonostante sappia che le forze dell’ordine stanno indagando su di lui. E la vittima che inizia giorno dopo giorno a cambiare abitudini e abitazioni (cercando ospitalità da amici e parenti) per sfuggire alle irruzioni a sorpresa in una vita completamente rivoltata. Ora per Aisha (nome di fantasia) l’incubo è finito: ieri gli agenti della Squadra mobile, coordinati dal dirigente Marco Calì e dal funzionario Stefano Veronese, hanno arrestato il trentasettenne marocchino Youssef El Harchi per lesioni personali gravi e atti persecutori, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Guido Salvini su richiesta dell’aggiunto Maria Letizia Mannella e del pm Pasquale Addesso.

L’indagine scatta la notte del 10 maggio scorso, quando i poliziotti di una Volante arrivano in via Friuli, nei pressi del locale Shisha Bar Milano Cafè: lì c’è Aisha, dolorante e con il volto coperto di sangue; una sua amica racconta cos’è successo e indica la via di fuga del presunto aggressore, che in effetti poco dopo viene rintracciato, identificato e perquisito. La donna viene trasportata alla Mangiagalli e affidata alle cure degli specialisti del centro antiviolenza; il pomeriggio del 10, infine, si presenta all’Ufficio denunce di via Fatebenefratelli per riferire quanto accaduto. Ed è in quel momento che trova il coraggio di mettere nero su bianco ciò che ha vissuto nei cinque mesi precedenti. Racconta di aver interrotto nel dicembre 2021 la breve relazione con El Harchi, dopo aver scoperto che quest’ultimo frequentava "giri pericolosi", verosimilmente legati al mondo dello spaccio, e abusava "abitualmente di alcol". Aisha retrodata a quel momento l’inizio del suo calvario. Sì, perché il trentanovenne non si rassegna alla fine della storia e inizia a tempestarla di messaggi, "nel tentativo di convincerla a tornare insieme". Il 14 febbraio, la trentasettenne non accetta l’invito per San Valentino: qualche ora dopo, le arriva il filmato inquietante di El Harchi, che impugna un’arma e in sostanza le dice che la sua vita vale meno di un proiettile. Aprile e maggio trascorrono tra volgari insulti telefonici e minacce di pestaggi. E arriviamo alla sera del 9 del mese scorso, quando Aisha, convinta di poter trascorrere una serata tranquilla con un’amica, si ritrova l’ex davanti al locale. Solita scena: richieste imploranti di perdono, poi la trasformazione in bruto all’ennesimo rifiuto. El Harchi solleva la maglietta e mostra alla trentasettenne la pistola infilata nella cintola: "Fai attenzione perché questa non è un giocattolo! Io non scherzo... parla tranquilla con me perché sennò ti ammazzo, tu sei di me o non sei di nessuno".

La donna, terrorizzata, si volta di scatto per rifugiarsi nella sua auto e chiamare aiuto, ma l’uomo, armato di un coltello a scatto, la raggiunge e inizia a colpirla con schiaffi e pugni al volto. Finita? No, perché cinque giorni dopo Aisha riceve una telefonata anonima: "Figlia di p.", le urla una voce che lei riconoscerà come quella dell’ex. Gli specialisti della Mobile cercano riscontri al racconto e ne trovano a sufficienza per inchiodare il trentanovenne, difeso dall’avvocato Massimiliano D’Alessio, a cominciare dalle immagini riprese dalla telecamera di un condominio di via Friuli e dal video inviato via Whatsapp il 14 febbraio. Per il giudice, l’uomo "ha posto in essere gravi e reiterate condotte di violenza e atti persecutori" nei confronti della donna, "minandone la serenità". E ancora: "Nel complesso, gli elementi agli atti restituiscono un quadro di pericolosità dell’indagato senz’altro pericoloso, trattandosi di persona che fa uso di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina, e detiene, presumibilmente, un’arma da sparo". Senza dimenticare i precedenti per spaccio risalenti al 2016 e l’ordine di espulsione non rispettato.