MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

San Siro, riparte il dialogo per lo stadio: i paletti del Comune

Incontro Giunta-club: sì al nuovo stadio, ma sul resto dell’area vanno coniugati sostenibilità ambientale e investimenti

Il rendering dello stadio

Il rendering dello stadio

Stop and go. Dopo la battuta d’arresto provocata dalle elezioni comunali, la trattativa sul nuovo stadio di San Siro torna nel vivo. Ieri mattina il sindaco Giuseppe Sala – affiancato dal direttore generale del Comune Christian Malangone e dall’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi – ha incontrato i vertici di Milan e Inter. Per i rossoneri erano presenti il presidente Paolo Scaroni e il rappresentante del fondo Elliott Giorgio Furlani, per i nerazzurri l’amministratore delegato Alessandro Antonello.

Il vertice, durato poco meno di un’ora, ha riavviato il dialogo tra le parti. La nota ufficiale di Palazzo Marino dà il via libera al nuovo stadio nell’area attualmente occupata dal parchetto e dal parcheggio di San Siro, ma preannuncia richieste di modifiche in senso ambientalista sul progetto di riqualificazione – il distretto commerciale e sportivo – previsto nell’area dove oggi c’è lo stadio Meazza: "L’amministrazione comunale comprende l’esigenza delle squadre di calcio di dotarsi di un nuovo impianto che permetta loro di tornare a competere ai più alti livelli internazionali e intende favorire questo percorso. Va però individuata una soluzione che permetta di coniugare al meglio la sostenibilità ambientale del nuovo sviluppo urbanistico con l’investimento dei club". Come dire: un colpo al cerchio e uno alla botte. In ogni caso il dossier stadio è tornato tra le priorità del sindaco e la frase finale del comunicato comunale – "Le parti si rivedranno a brevissimo per affrontare tecnicamente la questione" – fa capire che l’intenzione condivisa è arrivare a un conclusione in tempi ragionevoli. Il tira e molla pre-elettorale dovrà lasciare il passo a una trattativa rapida e a un accordo finale.

L’obiettivo del Comune è quello di far ridurre il consumo di suolo e le volumetrie e far aumentare il verde nella parte dell’area dedicata al distretto commerciale e sportivo, che oltre alla parziale demolizione del Meazza – resterebbero solo la tribuna arancione e una delle torri del terzo anello, che ospiterebbe il Museo di Milan e Inter – per ora prevede un centro commerciale, attrezzature sportive e di intrattenimento a ridosso di ciò che rimarrebbe dell’attuale stadio. Non solo. Tra vecchio e nuovo impianto dovrebbero nascere anche un centro congressi e tre torri: la prima da 152 metri e 29 piani per uffici, la seconda da 82 metri e 16 piani sempre per uffici, la terza da 77 metri e 15 piani per hotel.

Insomma, al di là del nuovo stadio sul 45% dell’area, il progetto prevede un nuovo quartiere sul restante 55%. È su quest’ultima porzione che il Comune pretende uno sviluppo urbanistico all’insegna della sostenibilità ambientale. In vista un ulteriore passo indietro per i club? Il progetto iniziale prevedeva un indice volumetrico di 0,63, il progetto riveduto e corretto alla luce dei 16 paletti fissati dal Consiglio comunale nell’ottobre 2019 lo abbassava a 0,51. Ma gli ambientalisti fanno notare che l’indice previsto nel Pgt per San Siro è 0,35. Ciò significa che Milan e Inter vorrebbero lo 0,16 in più, cioè 46.979 metri quadrati in più: da 98.321 a 145 mila mq. Numeri da ritoccare al ribasso? La risposta si avrà quando la trattativa entrerà nel vivo. Il Comune, inoltre, ha chiesto ai club un contributo economico straordinario per riconnettere il progetto del nuovo stadio con il resto del quartiere San Siro, quello delle case popolari.

Per ora i club fanno sapere che sono in dirittura d’arrivo sulla scelta del rendering da proporre all’Amministrazione: “La Cattedrale’’ firmata dallo studio Populous è in netto vantaggio su “Gli Anelli’’ pensati da Manica-Sportium. Una volta ufficializzata questa scelta, i tecnici delle due società calcistiche inizieranno a lavorare sul progetto esecutivo del nuovo stadio e della riqualificazione dell’area limitrofa. Sì, perché il 6 novembre 2020 Milan e Inter hanno depositato a Palazzo Marino uno Studio di fattibilità tecnico economica per il nuovo stadio e il distretto commerciale e sportivo, non un vero e proprio progetto. Quando quest’ultimo sarà pronto, ulteriormente riveduto e corretto, la palla passerà alla Giunta comunale, che dovrà deliberale l’interesse pubblico del progetto. Poi via al cantiere. I tempi? Il nuovo stadio deve essere pronto entro e non oltre le Olimpiadi invernali 2026, perché San Siro deve ospitare la cerimonia di apertura dei Giochi.

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