Stadio del Milan a San Donato: pressing rossonero su Comune e Regione

Il presidente Scaroni conferma "il fermo intendimento" di realizzare la struttura. Il sindaco Squeri pronto a chiedere a Palazzo Lombardia di procedere con l’accordo di programma

L’area San Francesco a San Donato, dove il Milan vuole realizzare il nuovo stadio

L’area San Francesco a San Donato, dove il Milan vuole realizzare il nuovo stadio

San Donato Milanese (Milano) – Il primo passo è stato fatto con il sindaco di San Donato Milanese Francesco Squeri. Il secondo con il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. Il Milan conferma "il fermo intendimento di perseguire l’obiettivo di edificare un nuovo stadio nell’area San Francesco del Comune di San Donato Milanese". L’ipotesi di una ristrutturazione dello stadio di San Siro – promossa dal sindaco di Milano Giuseppe Sala tramite uno studio affidato a Webuild che sarà pronto a giugno – non rallenta il progetto rossonero nella cittadina nell’hinterland sud-est del capoluogo lombardo.

Nessuna sorpresa, in fondo. I vertici del Diavolo avevano avvisato Sala: l’ipotesi di restyling del Meazza non li avrebbe fatti desistere dal progetto su San Donato, anzi. Il Piano A del patron del club Gerry Cardinale resta la realizzazione della nuova “casa“ rossonera a San Donato. Lo scorso 4 aprile, il manager italo-americano è stato chiarissimo: sogna un impianto da 70 mila posti, tutti a sedere, nello stile delle grandi arene statunitensi di ultima generazione e prevede che "il nuovo stadio del Milan sarà il primo costruito in Italia dal 2011 (Cardinale si riferisce allo Juventus Stadium di Torino, ndr)".

Il Piano A è sempre il nuovo stadio a San Donato. Gli atti amministrativi conseguenti lo dimostrano. L’interlocuzione tra il Milan e Squeri prosegue serrata. Il sindaco di San Donato, dopo il pressing rossonero, è pronto a chiedere al governatore lombardo Fontana di promuovere un accordo di programma finalizzato a ottenere il via libera per l’edificazione del nuovo stadio e degli altri immobili previsti nel progetto del club nell’area limitrofa: un albergo, ristoranti, uffici, uno store del Milan, un museo della squadra rossonera, una grande piazza e un auditorium. Prima di procedere con l’accordo di programma, però, è necessaria l’approvazione di alcune varianti urbanistiche relative all’area.

Il presidente rossonero Paolo Scaroni ha auspicato con Squeri e con una lettera indirizzata a Fontana che il percorso amministrativo dei due enti locali approfondisca in tempi rapidi ogni opportuna tematica e consenta alla società di dar luogo all’investimento pianificato. Per l’acquisto dell’area San Francesco e l’iter progettuale, il Milan ha stanziato un budget di circa 40 milioni di euro. Soldi in parte già spesi. Investimenti ingenti che il club intende finalizzare. Da qui il messaggio indirizzato a Squeri e Fontana da cui siamo partiti, cioè "il fermo intendimento di perseguire l’obiettivo di edificare un nuovo stadio nell’area San Francesco del Comune di San Donato Milanese" (si legge nella lettera inviata al presidente della Regione).

Cattive notizie per il Comune di Milano e per la ristrutturazione di San Siro dal fronte Milan? Sembra proprio di sì, ma meglio non dare nulla per scontato. I vertici della società rossoneri lo scorso 8 marzo si sono seduti al tavolo con Comune, Inter e Webuild per discutere del restyling del Meazza. Il piano di Webuild sarà pronto entro giugno: quello sarà il momento della verità per capire se un ammodernamento dello stadio è possibile senza costringere Milan e Inter a traslocare. Un’ipotesi, quella del trasloco temporaneo da Milano, che i due club hanno scartato fin dall’inizio. Da qui i progetti rossonero per San Donato e nerazzurro per un nuovo stadio a Rozzano. Il Milan procede spedito per il suo nuovo impianto, l’Inter ha ottenuto la variante urbanistica che auspicava nel Pgt di Rozzano e dovrebbe chiedere la proroga della prelazione sull’area per il nuovo stadio agli attuali proprietari del terreno: i Cabassi.

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