
Sport e bambini
Milano, 29 dicembre 2022 - Crescono gli iscritti e le squadre delle associazioni dilettantistiche attive negli oratori milanesi. Con un boom del calcio - a settembre hanno debuttato 137 team in più -, ma anche 41 squadre nuove per la pallavolo e 153 altre attività legate al Csi di Milano, che ora arrivano a quota 2.295. Ma a fronte di una riscoperta dello sport, soprattutto tra i più piccolini, è più in sofferenza il settore femminile e diminuiscono gli iscritti fra gli adolescenti. Luci e ombre da dipanare in vista anche (e non solo) dell’appuntamento di Milano-Cortina 2026: gli oratori si stanno già allenando. "Ora Sport in fire tour è partito, con la fiaccola e la sfida: incentivare lo sport tra i ragazzi", sottolinea don Stefano Guidi, direttore della Fom, Fondazione Oratori Milanesi.
Don Guidi, partiamo dalle luci.
"La crescita delle iscrizioni e dello sport di base è molto significativa, risponde anche al bisogno di ritrovare una dimensione sociale dopo esperienze di isolamento legate alla pandemia. Nel 2022 è stato fatto un balzo importante. Aumenta la ricerca di sport per bambini e di sport individuale o a piccoli gruppi".
E tra gli adolescenti?
"Non abbiamo la stessa risposta, purtroppo. La fragilità della fascia 12-18 è evidente, vediamo fenomeni di ritiro sociale. Una situazione che preoccupa e su cui bisogna intervenire, perché lo sport può essere un vero strumento di crescita: pone obiettivi, fa conoscere se stessi in relazione con gli altri".
Perché i giovani si allontanano anche dallo sport?
"Ci sono dinamiche che vanno riviste: arrivati a una certa età anche le società si focalizzano sulla prestazione sportiva e questo può scoraggiare la partecipazione popolare. L’attività si fa più selettiva, agonistica. Quando invece dovrebbe essere diffusa capillarmente per i suoi benefici anche a livello psicologico e sociale. Lo sport di base deve ritrovare la sua natura, essere per tutti. Non è una critica alla dimensione agonistica, che ci sta, ma non può essere l’unico obiettivo e non va esasperato".
Gli adulti sugli spalti spesso non aiutano...
"Ci sono eccessi, è vero. Si sfogano tensioni ed emozioni e spesso ci si dimentica che si è su un campo di gioco e non di battaglia. Ma le nostre società sportive al 90% sono rette da genitori-volontari. Guardiamo le luci e non solo le ombre".
Milano-Cortina può essere un’occasione per riavvicinare anche gli adolescenti?
"È la nostra sfida. Come diocesi siamo usciti allo scoperto, bruciando anche le tappe. Stiamo andando negli oratori, nelle scuole. Attiviamo un processo educativo. Milano-Cortina 2026 non deve essere un’astronave che atterra e se ne va, ma generare qualcosa, non solo costruzioni ma progetti. Per i nostri ragazzi, soprattutto".