ANNA GIORGI
Cronaca

Sparatoria al bar del Gratosoglio: "Tre rapine fotocopia in venti giorni"

L’uomo era solo, è arrivato a piedi e a piedi se ne è andato. Aveva il viso coperto dal passamontagna. Due settimane fa stessa modalità in un esercizio poco distante, anche una sarta cinese picchiata per l’incasso.

Sparatoria al bar del Gratosoglio: "Tre rapine fotocopia in venti giorni"

Sparatoria al bar del Gratosoglio: "Tre rapine fotocopia in venti giorni"

Sulla sparatoria di sabato sera al bar "Capriccio" di via Costantino Baroni 11 indaga la squadra mobile. E indaga su un movente legato al solo possesso del denaro della cassa, senza ombre legate a vendette o usura. L’uomo che ha strappato di mano il sacchetto contenente i gratta e vinci e qualche centinaia di euro di contanti, era solo. É arrivato una manciata di minuti dopo le 20, accanto all’entrata secondaria del bar, quella da cui ogni sera, da quattordici anni, il cinese, dopo aver abbassato la serranda, esce per tornare a casa, alle Torri Bianche. Il titolare del bar e la figlia hanno visto arrivare un uomo con il viso coperto da un passamontagna, d’istinto il padre si è tenuto stretto l’incasso e, sempre d’istinto, lui e la figlia si sono rinchiusi nel bar; è così che si sono salvati, le due pallottole li hanno colpiti soltanto di striscio, bucando il vetro della porta. Il cinese, 67 anni, gestisce il bar “Capriccio“ insieme alla moglie e alla figlia di 31 anni. Lui se l’è cavata con sette giorni di prognosi, la figlia con 3. "Speriamo che lo prendano in fretta, dice Matteo T, 78 anni, che qui abita da oltre 50. Deve essere lo stesso che due settimane fa, sempre con il viso coperto dal passamontagna ha rapinato l’altro bar e picchiato la sartina cinese per rubarle l’incasso". “L’altro bar“ ha quattro vetrine con una tenda blu, dista mezzo chilometro a far molto dal “Capriccio“, la domenica è chiuso, come tutto qui, del resto. Ma dell’altra rapina “fotocopia“ ne parlano tutti. "Tre settimane fa da Francesco, il sardo proprietario del bar è entrato un uomo travisato e armato. Solo - racconta Ezio I. seduto sulla panchina di fronte al bar a far passare la domenica - che in quel caso le ragazze gli hanno consegnato tutto l’incasso e lui è fuggito senza fare male a nessuno". E ancora, una ventina di giorni fa, sempre un uomo con il viso coperto, si è avvicinato a una sarta cinese che ha una vetrina sulla via Baroni.

Lei, raccontano, ha fatto in tempo a salire in auto dopo la chisura del suo negozio, lui si è avvinato con un tirapugni ha spaccato il vetro e le ha preso la borsa. Più lei non mollava, più lui la picchiava. Alla fine è fuggito con duecento euro. Pochi spiccioli, criminalità da strada, violenta, di balordi. Per la Mobile il rapinatore conosce bene la zona, non è un professionista, ha sparato, poi è fuggito a piedi dalle scale del piazzalino che portano a un grande parcheggio nascosto da un dedalo di appartamenti degradati. Difficile credere che nessuno abbia visto o sentito gli spari. "Qui alle 20 - dice ancora Ezio - la gente è in casa che cena e poi un’ora prima un tipo durante la partita che trasmetteva la tv ha aperto la finestra e sparato due colpi. Tutti si sono affacciati, ma erano due colpi a salve. Quando sono arrivati quelli veri nessuno ci ha fatto più caso".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro