
di Annamaria Lazzari
Alunni che fanno lezioni da remoto in bagno, unico luogo dove si riescono ad isolare nella loro casa popolare. Genitori alle prese con le complicate regole per la quarantena e l’isolamento dei figli, un ginepraio giuridico per i madrelingua e figuriamoci per chi non parla una parola di italiano.
Una diffusa sofferenza economica che ha fatto impennare le richieste di aiuto delle famiglie per comprare l’essenziale per la scuola.
Sono le situazioni che ogni giorno affrontano gli operatori del Punto Luce di Save The Children in zona Giambellino.
"Nell’ultimo anno le doti educative – una quarantina in totale - sono state destinate al sostegno al diritto allo studio. Mai successo: nel passato erano prevalentemente finalizzate all’iscrizione a corsi sportivi o artistici. Ma nelle famiglie adesso mancano persino soldi per acquistare libri e corredo scolastico. Con la pandemia la loro situazione economica, già precaria, è diventata ancora più fragile" spiega Gaia Silvestri, coordinatrice del Punto Luce di via Bellini dove operano due équipe con sette operatori, più mediatore e psicologo.
Il centro diurno di Save The Children, che opera dal 2014 in partnership con la Comunità del Giambellino, offre gratuitamente a bambini e ragazzi fra 6 e 16 anni della zona un sostegno allo studio tutti i pomeriggi da lunedì a venerdì e il sabato mattina. "Gli iscritti sono un centinaio, una quarantina dei primi anni delle superiori e il resto fra primarie e medie. C’è una netta preponderanza di figli di genitori stranieri: sono il 90%, di tutte le etnie, con prevalenza di egiziani". Il doposcuola è tanto più necessario col ritorno massiccio della didattica a distanza: "Rispetto al primo lockdown sono stati fatti passi avanti per la distribuzione dei device ma altre criticità sono rimaste le stesse di due anni fa.
Ci sono studenti costretti a connettersi in bagno perché vivono in appartamenti popolari sovraffollati con altri fratelli e non possono contare su una camera tutta per loro" dice Silvestri.
Il Punto Luce è un approdo anche per ragazzi che frequentano vari laboratori educativi, anche per acquisire competenze digitali, sportivi o artistici.
Il supporto è esteso ai genitori con uno sportello aperto al mattino tre giorni alla settimana: "Le madri ci segnalano che fanno fatica a comprendere l’impianto normativo che regola quarantene e l’isolamento: la complessità delle regole, coi suoi distinguo, è generale ma ancora di più per chi non conosce l’italiano. Oltre all’orientamento al sistema scolastico offriamo anche traduzione coi mediatori linguistico-culturali. Agganciare queste famiglie è importante per evitare che precipitino nell’isolamento con conseguenze anche di abbandono scolastico".