
Emanuela
Volpe*
Provate a chiedere a qualcuno cosa pensa della luce e tutti vi diranno che la amano, che la desiderano, che la luminosità è una caratteristica che apprezzano. Tuttavia, se osserviamo il nostro modo di vivere notiamo che dalla luce naturale ci difendiamo in tutti i modi possibili: tapparelle, veneziane, persiane, tende, tendoni ombrelloni, zanzariere, molti strati di abiti, guanti, sciarpe, occhiali da sole e da vista. Non parliamo dei bambini: le barriere sono anche di più, arriviamo ad avviluppare i passeggini in bolle di plastica. La nostra pelle non vede la luce del sole per molti mesi dell’anno e a volte deve attendere le vacanze, momento in cui, tutto in una volta, subisce il carico di una richiesta difensiva (l’abbronzatura) che non ha avuto il tempo di prepararsi. Eppure, noi siamo stati progettati per vivere all’aperto ed essere esposti alla luce naturale che crediamo bianca ma che, come ci ha insegnato Newton, è la madre generatrice di tutti i colori. Il nostro vivere quotidiano, in casa, nei luoghi di lavoro, nei mezzi di trasposto, priva la nostra pelle e i nostri occhi della carezza benefica delle onde elettromagnetiche provenienti dal sole. Solo negli anni ‘60 le gambette dei bambini sia maschi che femmine erano esposte per prevenire il rachitismo, calzine corte, gonnelline, pantaloncini corti o “all’inglese”. Ricordo che i miei nonni parlavano dell’elioterapia che curava malattie importanti. La luce ci protegge e ci tutela dalle malattie alle ossa, da disturbi psichici, dalla depressione, dai disturbi alimentari, dell’umore e aiuta la salute della vista. Usiamo la metafora dell’illuminazione per le trovate intelligenti, i sorrisi e la felicità. La luce del sole ci è necessaria come l’aria e l’acqua. Non a caso gli antichi egizi, i Maya, gli indù e molte altre civiltà di ogni angolo del globo eleggevano il sole a divinità primaria. Il ritmo circadiano, regolatore delle funzioni ormonali che orchestrano tutte le funzioni del nostro corpo, viene alterato dalla poca naturalezza del nostro rapporto con la luce (...) Esponiamoci al sole anche ora che siamo in inverno e nutriamoci dei colori che la sua luce ci regala.
*Consulente del colore
Iacc Italia