Sfregiato dalla gang delle ragazzine, Alessandro Anaclerio: “Il terrore rimane, ho paura a uscire da solo”

Arrestate le due teenager: una ha 15 anni, l’altra 17. Fanno parte di una banda attiva tra Milano e Rozzano. Il 28 dicembre aggredirono un 31enne usando una lattina come lama

Frame video carabinieri dell'aggressione e, a destra, la vittima

Frame video carabinieri dell'aggressione e, a destra, la vittima

“Sto un po’ meglio, ma il terrore rimane. L’arresto delle due ragazze mi tranquillizza, ma temo comunque che possano vendicarsi in qualche modo, anche se sono io la vittima". Il trentunenne Alessandro Anaclerio porta sul volto e nell’animo i segni indelebili di un’aggressione senza un perché. Nei giorni scorsi, i carabinieri della Compagnia Magenta hanno ammanettato due minorenni, una quindicenne nata in Italia da genitori stranieri e una diciassettenne albanese, accusate di avergli provocato uno sfregio permanente sulla guancia sinistra con una lattina; altre due ragazzine sono state perquisite e indagate per lo stesso reato, mentre restano ancora da identificare altre tre presunte complici di una baby gang tutta al femminile.

Le indagini dei militari della stazione Gratosoglio scattano il 28 dicembre scorso, quando Alessandro denuncia di essere stato aggredito da sette adolescenti vicino casa, in via Donna Prassede, alla periferia sud di Milano. Il primo aiuto alle indagini arriva da una telecamera, che ha ripreso quasi per intero la scena: le immagini mostrano il trentunenne che scende dall’autobus 59 in compagnia di un amico e il gruppo di ragazzine che gli stanno dietro.

In quel momento, è già partita la discussione per futili motivi, che però in un amen degenera: le adolescenti iniziano a insultare Alessandro, per poi colpirlo con calci e pugni e provare a strangolarlo con una sciarpa. All’improvviso, una di loro si allontana dal resto del gruppo e comincia a rovistare tra i cestini dei rifiuti agli angoli delle strade: si scoprirà solo in un secondo momento che sta cercando nella spazzatura un oggetto appuntito da usare come arma. Purtroppo lo recupera: è la lattina che utilizzerà come una lama per colpire al volto il trentunenne, incitata dalla complice finita come lei dietro le sbarre.

L’inchiesta dei carabinieri si sviluppa su un doppio binario: da un lato, l’analisi dei filmati e dei profili social; dall’altro, le verifiche sui racconti dei testimoni e sui profili compatibili con le descrizioni che emergono dai controlli del territorio effettuati nei mesi precedenti. Ne emerge l’identikit di una sorta di banda che si muove al confine tra Milano e Rozzano.

Il quadro accusatorio è talmente solido che la Procura per i minorenni, guidata dal magistrato Luisa Russo, chiede e ottiene la custodia cautelare in carcere per la quindicenne e la diciassettenne, tenuto conto del "concreto e serio pericolo di reiterazione dei reati, unitamente alla spiccata pericolosità sociale delle indagate, desumibile dalle modalità dell’azione", nonché "dai precedenti di polizia a loro carico".

li accertamenti investigativi dei carabinieri della Compagnia Magenta, guidati dal capitano Nicola De Maio, si inseriscono in un’attività più ampia che da tempo si sta concentrando sulla criminalità giovanile e che nei mesi scorsi ha già portato a denunciare 18 ragazzi per reati particolarmente gravi come rapina, lesioni e tentato omicidio.

Intanto, Alessandro sta provando faticosamente a riprendersi dallo choc: "Ho paura a uscire da solo, soprattutto di sera, mentre di giorno ho un po’ più di coraggio – racconta al Giorno –. Sto cercando di superare la cosa, pensando che non posso chiudermi in casa a causa di chi mi ha fatto del male". Certo, c’è quella cicatrice a ricordargli ogni giorno quello che ha subìto: "Si vede meno rispetto a prima, ma è sempre lì: ho parlato con il chirurgo, con cui ero già in contatto in vista di un intervento, ma ci vorrà tempo".

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