Sfilate, re Giorgio invita i suoi dipendenti

Si festeggia il ritorno alla normalità, 400 i posti destinati a chi lavora per lui: "Un segno di gratitudine"

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Re Giorgio Armani invita i propri dipendenti alla sfilata, oggi in piena Milano Fashion Week.

"Preso atto della possibilità di ripristinare la capienza totale in location per le sfilate - dicono dalla maison - Giorgio Armani ha deciso di destinare i circa 400 posti aggiuntivi ai dipendenti dell’azienda. Il gesto è simbolico: un segno di riconoscimento per il lavoro che viene svolto quotidianamente all’interno del Gruppo e di gratitudine per l’impegno profuso da tutti in questi ultimi due anni di pandemia". Un gesto che segna anche un ritorno alla quasi normalità. "La moda sta ripartendo in maniera decisa, forte.

Scommettiamo sul controllo di questa pandemia, finalmente, grazie ai vaccini e a tutte le misure messe in campo", aggiunge Carlo Capasa, presidente della Camera della moda italiana, all’inaugurazione del Fashion Hub che segna il fischio d’inizio della fashion week milanese, in calendario fino a lunedì prossimo. "C’è molta energia nell’aria - evidenzia Capasa - tutti hanno voglia di tornare a respirare l’odore degli abiti, delle sfilate. Poi abbiamo il digital, che consentirà a 50 milioni di persone di partecipare da remoto ma il momento fisico è importante e tutti lo stanno percependo". Per il numero uno della Camera nazionale della moda italiana a fare la parte del leone nel ritorno agli show fisici è l’Italia. "Il nostro Paese - osserva - sta dando una grande spinta a questa idea di tornare al fisico con tante sfilate. A Milano ce ne saranno quasi 60, e poi tanti eventi, quasi 170, e 800 showroom aperti in tutta la città. Inoltre accoglieremo anche tutti quelli che vogliono venire a Milano ma non hanno il vaccino europeo, che potranno accedere agli eventi con il tampone. Grazie a tutto questo possiamo dire che stiamo esprimendo grande energia per la moda nel mondo". Anche i buyer e la stampa internazionale sono tornati a Milano in pompa magna, segnale che il settore ha ingranato la quarta. "Ci sono tantissimi buyer, anche dalla Russia e dall’Ucraina", evidenzia Capasa, che sulla crisi in corso osserva: “Come tutti abbiamo paura per quello che sta accadendo. Innanzitutto perché ora non ci vuole una guerra, soprattutto per le persone e dopo due anni di pandemia".

Desta preoccupazione il caro energia. "La filiera soffre - rimarca Capasa -. Ho chiesto degli aiuti qualche giorno fa in audizione al Senato per l’industria della moda, che è la seconda in Italia. Dei 24 miliardi in fumo nel 2020, nel 2021 ne abbiamo recuperati 16. Ce ne mancano 8 che contiamo di recuperare quest’anno".

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