Seveso deviato per la vasca del Parco Nord

Piano anti-esondazioni, il bacino di laminazione sarà pronto alla fine del 2022. Tempi più stretti per Senago: obiettivo fine 2021

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di Massimiliano Mingoia e Nicola Palma

Le ultime cinque esondazioni non sarebbero mai avvenute se fossero già state in funzione le vasche di laminazione del Parco Nord e di Senago: in tre casi, sarebbe bastata solo la prima per contenere la piena; nei restanti due, sarebbe stato necessario anche l’altro bacino artificiale. Basta questo per quantificare l’importanza dei due invasi in fase di realizzazione, ai quali, secondo il piano messo a punto dall’Aipo, se ne aggiungeranno altri due a Lentate e Varedo per eliminare una volta per tutte il problema delle alluvioni a Niguarda. Quello di Senago – il primo di due finanziato da Comune e Regione con 30 milioni – dovrebbe essere pronto alla fine del 2021, al massimo nei primi mesi del 2022. Per quello che sta nascendo nel polmone verde al confine tra Milano e Bresso, bisognerà aspettare la fine del 2022.

Proprio su questo fronte, ieri è stato attivato il bypass idraulico indispensabile per portare avanti la realizzazione della vasca geograficamente più vicina alla metropoli. In sostanza, il corso del torrente che sorge dal Monte Sasso è stato deviato provvisoriamente (e per i prossimi 10 mesi) in un nuovo alveo di circa 200 metri per far sì che l’impresa costruttrice possa completare due interventi fondamentali. Il primo: realizzare la struttura che in futuro farà defluire l’acqua in eccesso in caso di piena. Il secondo: riqualificare l’area dell’alveo originario, con particolare attenzione al fondo e alle sponde fortemente ammalorate. Il bacino in costruzione sorgerà a valle dello "sgrigliatore", una sorta di maxi filtro che lo proteggerà dai detriti trascinati dal Seveso.

I lavori di scavo dell’invaso da 250mila metri cubi, che dovrebbero terminare nell’estate del 2022, proseguono regolarmente sotto la direzione di Metropolitana Milanese. "In caso di piogge eccezionali e di esondazione, mediamente sei volte l’anno, la vasca potrà riempirsi d’acqua di fiume, che, prima di entrare nel bacino verrà ripulita dai rami e altri materiali grazie a un sistema di griglie – spiegano da Palazzo Marino –. L’acqua rimarrà nella vasca per il tempo della piena del Seveso e quindi verrà reimmessa nel fiume. Il bacino sarà ripulito e nuovamente riempito di acqua pulita". Il processo durerà "complessivamente dalle 48 ore ai cinque giorni per consentire il completo ricambio". Nel resto dei giorni dell’anno, il laghetto artificiale sarà "soprattutto un luogo ricreativo con percorsi ciclabili e pedonali a diverse altezze, immerso nel verde e nel bosco, che sarà ampliato con nuove alberature, adatto alla nidificazione degli uccelli acquatici"; sarà alimentato "con acqua pulita di falda e continuamente mossa per favorire l’ossigenazione, evitare i ristagni e la proliferazione di alghe".

"Le esondazioni del Seveso e le vasche di laminazione per contenerle sembravano una storia infinita per Milano – ha commentato il sindaco Giuseppe Sala –. Storia che invece terminerà a fine 2022 con la chiusura dei lavori di realizzazione delle vasche di Bresso e Senago (in attesa poi del completamento dei lavori per la vasca di Varedo)". A proposito di Varedo, le procedure per l’aggiudicazione dell’appalto entreranno nel vivo nei prossimi mesi; il quarto bacino del piano anti-piene presentato nell’ottobre del 2014, a Lentate sul Seveso, dovrebbe essere completato alla fine del 2022.

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