
Un gruppo di adolescenti (Foto Germogli)
Milano,14 marzo 2017 - Ben 2.500 euro per un progetto di educazione sessuale in una scuola superiore milanese. E' questa la cifra versata da uno dei clienti di una rete di 'baby prostituti' finito in un'inchiesta per prostituzione minorile nella quale sono indagati 13 italiani tra i 30 e i 60 anni residenti tra Milano e Pavia. Da quanto è stato riferito, l'uomo, che lo scorso 8 marzo davanti al giudice Valerio Natale ha patteggiato un anno e 8 mesi (pena sospesa), ha deciso di fare una sorta di 'riparazione' del danno provocato dalle sue azioni e quindi ha messo a disposizione del denaro per finanziare un progetto scolastico realizzato da Ala Onlus, una associazione che, fra le altre cose, si occupa di contrastare l'emarginazione sociale delle persone che si prostituiscono.
Lo scorso 25 gennaio, con un blitz dei carabinieri coordinati dal pm di Milano Andrea Fraioli, due persone erano finite in carcere, sette ai domiciliari e altri quattro solo indagate. Professionisti, piccoli imprenditori, operai e commercianti che nascondevano una seconda vita. Vita da clienti abituali di un giro di ragazzi tra i 12 e i 17 anni, che si prostituivano per poche centinaia di euro o per uno smartphone o per un paio di occhiali nuovi. Ragazzi adescati o conosciuti online su alcuni siti di incontri, che, come ha scritto il gip Livio Cristofano nell'ordinanza di custodia cautelare, "versavano in una situazione di disagio sociale, economico ed esistenziale" e accettavano di prostituirsi con uomini maturi "per poche decine di euro". Gli altri indagati probabilmente sceglieranno in giudizio con rito ordinario.