DIEGO VINCENTI
Cronaca

Addio Sergio Fantoni, gentiluomo del teatro

Attore e doppiatore tra Cinecittà e Hollywood. Diede la voce a Marlon Brando, aveva 90 anni

Sergio Fantoni, morto a 90 anni

Milano, 19 aprile 2020 - È stato un attimo. Quasi a non disturbare. Che poi ci si commuove. Se ne è andato così Sergio Fantoni, chiudendo gli occhi all’improvviso, in ospedale, quando già si parlava di tornare a casa. L’operazione al femore era andata bene, sembrava tutto sotto controllo. Nato a Roma nel 1930, il 7 agosto sarebbero stati 90 anni. E magari per quel giorno avrebbe rivisto aperto il suo Carcano, salotto buono di Milano, che guidava dal 2014 insieme a Fioravante Cozzaglio. I funerali saranno in forma privata. Poi si troverà il modo di omaggiare sul palco quest’uomo capace di simboleggiare il grande attore novecentesco. A suo agio ovunque fra cinema, teatro e la tv degli sceneggiati Rai. Pensare che i genitori lo volevano ingegnere. Carriera solida, lontano dallo spirito artistico della famiglia. Ma piano piano Sergio si avvicina al teatro sperimentale, come fosse un amore di contrabbando. E lo notano i più grandi: Visconti, Squarzina, Orazio Costa, Strehler che lo chiama per "La trilogia della villeggiatura" goldoniana nel 1954. Oltre al talento, Sergio è uomo fascinoso, con una voce da far innamorare al telefono. E negli Anni ’60 diventa idolo televisivo grazie ai ruoli in "Ottocento" di Majano e "Giuseppe Verdi" di Ferrero. Un rapporto che non si interromperà mai quello con il piccolo schermo: da "Lungo il fiume e sull’acqua" di Negrin all’"Anna Karenina di Bolchi, fino a "La Piovra 2" o il Commissario Montalbano.

Al cinema vive una generosa parentesi hollywoodiana ("Intrigo a Stoccolma" e "Il colonnello Von Ryan" di Mark Robson, ma anche Blake Edwards, Duvivier, Phil Karlson), muovendosi per il resto con passione fra b-movie e l’autorialità di Visconti, Rossellini, Montaldo, Greenaway. Eppure per Milano Fantoni rimane il riservato padrone di casa del Carcano. Culmine di un percorso che l’aveva visto supportare Ronconi al debutto e poi sul palco con Gli Associati e La Contemporanea. Una laringectomia nel ’97 gli fece perdere la voce, obbligandolo ad abbandonare l’attività di attore per concentrarsi sulla regia e l’amato ruolo di imprenditore artistico. Proprio lui che aveva doppiato James Woods, Klaus Kinski, il Marlon Brando di Apocalypse Now. "Bisogna avere uomini con un senso morale. E che allo stesso tempo siano capaci di usare primordiali istinti di uccidere senza emozione, senza passione, senza discernimento. Perché è il voler giudicare che ci sconfigge". Indimenticabile. Mentre una goccia d’acqua riverbera alle spalle del colonnello Kurtz. Nel buio la voce di Sergio ha il calore di una profondità antica. A rivederlo pare muoversi fra le ombre. Come un’assenza.