Milano, sequestrati beni per oltre 2 milioni a imprenditore affiliato alla 'ndrangheta

L'uomo, di origine calabrese, è un esponente di spicco della locale di Giussano, in provincia di Monza Brianza

L'interno di uno degli immobili confiscati

L'interno di uno degli immobili confiscati

Milano, 2 agosto 2018 - Gli agenti della Divisione Anticrimine della Questura di Milano, tra Motta Visconti e altre località della provincia sud di Milano, hanno sequestrato, in base alla normativa antimafia, numerosi immobili e capitali per un valore di oltre 2 milioni di euro a un imprenditore di 43 anni di origine calabrese, ritenuto rganico alla cosca di 'ndrangheta Gallace-Ruga-Leotta attiva nel Catanzarese.

La proposta di misura di prevenzione patrimoniale del Questore di Milano Marcello Cardona è stata accolta dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano presieduta da Fabio Roia. L'affiliato alla 'ndrangheta, con documentato rito di iniziazione sul territorio calabrese, esponente di spicco della locale di Giussano, in provincia di Monza Brianza, con il compito di custodire le armi anche da guerra, nel corso degli anni ha accumulato in Lombardia un ingente patrimonio immobiliare, gestendo una società immobiliare in cui ha impiegato i proventi di verosimile provenienza illecita. Il sequestro, eseguito nella giornata di ieri, ha riguardato un imponente patrimonio immobiliare e societario per un totale di 11 immobili, ubicati in Lombardia e in Calabria, nonché numerosi conti correnti.

Il destinatario dei provvedimenti è Orlando Demasi, condannato in via definitiva per associazione per delinquere di stampo mafioso. Durante l'esecuzione del provvedimento, sono stati trovati anche 60mila euro in contanti custoditi in buste sottovuoto dentro una cassetta di sicurezza, oggetti di pregio, e una macchina conta soldi. Demasi, 43 anni, nato a Santa Caterina dello Ionio e al quale venne conferita la dote di "camorrista" (è un affiliato di 'ndrangheta di particolare importanza), in una cerimonia di affiliazione che si è tenuta in Calabria su un terreno di proprietà dei suoi genitori, secondo quanto ricostruito, avrebbe cominciato la sua carriera criminale fin dalla giovane età. Da quanto ricostruito, Demasi, appena diciannovenne, nel 1994, si è reso responsabile di una tentata estorsione a un imprenditore nel campo delle costruzioni aereonautiche. E mentre riceveva materialmente l'assegno, il prezzo del pizzo, il giovane disse alla sua vittima: "Con questo qui non saltate più in aria, guardi bene questa faccia e se la ricordi bene".

Nel 2012 è stato poi coinvolto nell'operazione chiamata "Itaca" con cui è stata sgominata un'associazione di tipo mafioso riconducibile alla 'ndrangheta, costituita e organizzata nell'ambito della «locale» di Guardavalle. Lo stesso anno, nell'ambito dell'operazione "Ulisse", è stato arrestato per il reato di associazione mafiosa a causa dei suoi costanti contatti con i vertici calabresi della cosca Gallace-Ruga-Leotta. Cosca alla quale è stato ritualmente affiliato, con una cerimonia di iniziazione che si è svolta in Calabria, assumendo poi un ruolo nella locale di Giussano, occupandosi della custodia delle potenti armi del clan, tra cui bombe a mano, mitragliette Uzi e Ak 47 kalashnikov. Demasi ha inoltre mantenuto contatti con i familiari degli affiliati arrestati, elargendo denaro alle loro famiglie, procurandogli avvocati di fiducia e provvedendo a liquidare le loro parcelle. E poi avrebbe organizzato in un capannone ubicato a Zelo Surrigone nella propria disponibilità e nella cascina nella disponibilità del fratello, riunioni e summit nel corso delle quali si conferiscono "doti" e si stabiliscono strategie in merito alla vita della locale.

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