
Associazione VoCi (foto Carlo Prevosti)
Milano, 16 novembre 2016 - Il ‘taxi’, come Fabio Bucci in arte ‘Neon’ ama chiamare la sua station wagon bianca, viene a prendermi intorno alle 21 al liceo Virgilio di Milano. La nebbia smorza il fiato di luce dei lampioni e il traffico comincia a lentamente a scemare. Come ogni lunedì sera c’è un viaggio metropolitano da percorrere in senso contrario ai resti stanchi della movida e ai sentieri lavorativi appena rianimati dall’inizio della settimana. Esiste infatti un popolo silenzioso, spesso confinato ai margini,che attende un pasto caldo, un sacco a pelo per proteggersi dal freddo, un sorriso.


Il nostro viaggio comincia da viale Umbria. Dopo aver espletato alcune formalità di rito si aggrega al nostro gruppo anche Marianna Tissino, volontaria milanese di 39 anni che ha promesso di dedicare la sua vita agli altri per obbedire a un voto. Durante la settimana si impegna come consulente del lavoro, il lunedì sera veste i panni di ‘Cristal’. “Credo molto in quello che faccio - sottolinea - ma preferisco agire in modo discreto, senza clamore”. All’interno della sua auto Fabio ha ammassato una grande quantità di coperte, vestiti e un po’ di tè caldo. Ma prima di procedere mi dà un paio di dritte sulla serata che ci apprestiamo ad affrontare. La strada contempla un codice di comportamento di cui occorre essere consapevoli, se si vuole lavorare come volontari. Peresempio, è consigliabile non utilizzare mai il proprio nome per evitare di essere riconoscibili, e quindi rintracciabili. Anche in caso di rapporti ben consolidati con i senzatetto. Lo stesso vale per loro, ragion per cui si utilizzeranno solo nomi di fantasia.


Poco distante, su un’altra panchina, incontriamo Manlio, intento a fumare una sigaretta. La sua coperta appare parecchio corta e consumata, ragion per cui accetta il sacco a pelo e ringrazia con un marcato accento lombardo. La vita con lui è stata dura: da un giorno all’altro ha infatti perso il suo impiego di panettiere ritrovandosi per strada. Per tirare avanti se la cava con lavoretti improvvisati, ma non si lamenta mai della sua condizione e accetta dai volontari solo lo stretto indispensabile. “La gente è convinta che un senzatetto sia avido di cibo e di cose, ma non è così - ammonisce Fabio - almeno per quanto riguarda gli stanziali. Molti di loro pensano anche a quelli che vivono la medesima condizione di precarietà. Perciò chiedono solo ciò che gli può effettivamente servire”. Cristal annuisce e fa segno di sbrigarsi: il giro non è ancora finito.
Durante il tragitto incontriamo un paio di ragazzi stranieri desiderosi di aiuto, ma che non fanno parte del giro dell’associazione. Fabio parla con loro un paio di minuti e torna con i suoi appunti: “Bisogna far attenzione. A volte si aggirano anche dei furbacchioni”, sospira. Ci spostiamo di un paio di chilometri raggiungendo un porticato. Alberto e Franz abbandonano la loro coperta un po’ logora e ci accolgono calorosamente. “Pensavamo non arrivaste - esclama Franz in un buon italiano che si sposa con il suo accento turco. - Allora, come siamo messi?”. Fabio gli mostra la giacca che è riuscito a recuperare, ma sfortunatamente è troppo stretta. “Vedi, è perché devi dimagrire”, scherza Cristal regalandogli un po’ di tenerezza. Poi mi fa segno di servire loro un po’ di tè. Nel frattempo Fabio è intento a prendere nota, ma è chiaro che la richiesta più pressante è quella di una giacca nuova. Fabio abbozza un sorriso, ben sapendo che non sarà facile accontentare i due senzatetto. “Fa parte del gioco - dice - non sempre riusciamo a far fronte alle loro richieste, ma ci proviamo". Alberto ci osserva silenziosamente. “Lui almeno la sera dorme a casa di amici”, esclama Cristal mentre ci dirigiamo verso l’auto parcheggiata a un paio di isolati.
Il viaggio di ritorno è parecchio silenzioso. È di nuovo lei a rompere il ghiaccio: “A volte non si vuole capire che i senzatetto pur vivendo in strada sono persone sensibili, desiderose di stringere rapporti sociali. Anche di amicizia. Durante le feste, specie quelle natalizie, nei loro occhi si può leggere la rabbia di chi vorrebbe condividere i nostri momenti di gioia ma non ha la possibilità di farlo. E così la collera aumenta”. Almeno fino al prossimo lunedì.