La sentenza della Corte d’appello di Milano: “Ostentare il saluto fascista è reato”

Pubblicate le motivazioni del verdetto che ha condannato otto estremisti di destra: “Gesti dell’ideologia fascista diffondono odio razziale e violenza”

Saluti fascisti a una manifestazione in ricordo di Sergio Ramelli

Saluti fascisti a una manifestazione in ricordo di Sergio Ramelli

Ostentare il saluto fascista è un reato. Lo ha stabilito chiaramente la Corte d’appello di Milano che a novembre 2022 ha condannato otto estremisti di estrema destra per manifestazione fascista. Gli otto imputati erano stati assolti in primo grado, ma quest’ultima sentenza di appello ha ribaltato il precedente verdetto.

Il 22 febbraio, il giudice ha pubblicato le motivazioni del verdetto di colpevolezza affermando che attraverso la “pubblica ostentazione di gesti e simboli dell'ideologia fascista, in un contesto rievocativo e celebrativo” si fa “propaganda e diffusione di idee fondate sulla superiorità e sull'odio razziale ed etnico e sulla violenza” e si compromette la “ordinata e pacifica convivenza civile”.

Gli otto imputati sono stati condannato a due mesi di reclusione e 200 euro di multa per manifestazione fascista, ossia una violazione della legge Mancino, in relazione a dei saluti romani. Quel gesto – la cosiddetta “chiamata del presente” – era stati fatto dagli estremisti nel corso di una commemorazione a Milano nel 2016 dello studente Sergio Ramelli e dell'avvocato Enrico Pedenovi, uccisi negli anni Settanta, e di Carlo Borsani, militare e stretto collaboratore di Mussolini ucciso nell'aprile del 1945.

Tra le persone condannate ci sono Stefano del Miglio, uno dei leader dell’associazione di estrema destra Lealtà Azione, e Duilio Canu, presidente del Movimento nazionale – La Rete dei patrioti.

I giudici della quarta penale della Corte, presieduti da Emanuela Corbetta, hanno accolto il ricorso presentato dall'ex pubblico ministero milanese, ora procuratore a Sondrio, Piero Basilone. La Corte, nello stabilire la colpevolezza degli imputati, ha richiamato una sentenza della Corte di Cassazione sull'applicabilità in questi casi della legge Mancino.

I giudici milanesi hanno fatto presente che la manifestazione del 2016, che si replica ogni anno, “ha coinvolto un migliaio di persone, si è svolta nel centro cittadino», in una “piazza accessibile alla cittadinanza”. Così diffondendo “simboli e rituali dell'ideologia fascista” fondata “su valori discriminatori per ragioni di razza ed etnia”.

Per i giudici, inoltre, il fatto che in un altro processo su una manifestazione dello stesso tenore del 2014 ci siano state assoluzioni non legittima gli imputati ad invocare la cosiddetta “ignoranza inevitabile della legge penale”. Anzi, scrive la Corte, “il dubbio sulla liceità o meno deve indurre il soggetto ad un atteggiamento più attento”. Nei processi legati a manifestazioni neofasciste, prima della sentenza della Cassazione, ci sono stati orientamenti giuridici piuttosto ambivalenti. Ora il messaggio è chiaro: fare il saluto fascista è reato.

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